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Pubblicata il 03/01/2003
Questa strada
è un nastro diritto,
senza curve,
senza pentimenti,
senza peccati.
Ogni tanto,
grumi di luce
indicano
chissà quale paese.
Rare macchine
mi incrociano,
per un istante
si affiancano,
poi proseguono
per la loro strada.
Conto i paracarri
e le sagome scure
dei pali telegrafici.
Uno
dopo l'altro
dopo l'altro...
Quanto è lunga
la mia solitudine?
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Grazie, Ale. Questa poesia è da leggere come proseguimento di " Artifex et histrio ". Nella prima c'è il momento della creatività dell'istrione, solo con la sua arte, in questa c'è la descrizione del ritorno a casa, ad ora tarda, dopo lo spettacolo, dopo la cena, dopo che si son spente tutte le luci... Grazie ancora. Baci e auguri di buon anno anche a te.
Michele

il 03/01/2003 alle 15:58

E' la vita.....paragonata a un'autostrada.... perfetto paragone.....e la solitudine di un viaggio che ti fa incontrare per rari momenti persone che svaniscono nel nulla....si è la vita....è proprio questa che ci leggo fra questi tuoi bellissimi versi...
Mary*

il 03/01/2003 alle 20:46

...dalle stelle...alle stalle...squallido il mio paragone...ma credo che il senso sia questo...
...lo stato d'animo di una persona che si "abbaglia" per accecarsi e sentirsi illuminato fuori...per non vedere il buio della sua solitudine...
...bella...nella sua infinita e triste verità...
...ti auguro un anno...con luci più fioce...ma colme di calore...
...baci...simy

il 04/01/2003 alle 01:47

Ti svelo un piccolo segreto: questa poesia è il " secondo atto " di " Artifex et histrio ". Nella prima descrivevo il momento dello spettacolo: fari su di te, che sei al centro dell'attenzione, col pubblico che pende dalle tue labbra. In questa, invece, descrivo il ritorno a casa dopo lo spettacolo, dopo gli applausi, le congratulazioni, le pacche sulle spalle e la cena post spettacolo con gli altri " colleghi d'arte ". Delle luci e del clamore di poche ore prima non è rimasto più niente. Solo la strada, che ti riporta indietro, ti fa sentire vivo in qualche modo. Grazie per le belle parole che hai sempre per le mie liriche. Ciao.
Michele

il 04/01/2003 alle 15:44

Innanzitutto grazie per il commento. Questa poesia vuole essere il " secondo tempo " di un'altra mia recente, intitolata " Artifex et histrio ", dove descrivevo le luci della ribalta. In questa, invece, le luci sono spente e gli applausi svaniti. Non resta che tornare a casa, a tarda ora, nel buio e nella solitudine di una strada. Ciao, Simy. Anch'io ti auguro di cuore un nuovo anno felice. Baci.
Michele

il 04/01/2003 alle 16:03

Grazie, Sophie. Questa mia poesia, vuole essere è un " secondo atto". Il primo è un'altra mia lirica, intitolata " Artifex et histrio ", nella quale descrivevo un attore e il palcoscenico. Qua, le luci della ribalta si sono ormai spente con gli applausi e si è consumata la rituale cena post-spettacolo, per cui non rimane che tornare a casa. Grazie per il gentile commento. Ciao.
Michele

il 26/01/2003 alle 12:40