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Pubblicata il 10/08/2016
L'oscurità dei flutti vorticosi e silenziosi
richiama lo sguardo.

Una vota due volte tre volte...ossessiona infine.
L'acqua ha una consistenza così particolare.
Sembra non avere spessore, come un'esistenza vuota che è stata divorata dall'interno, infine esclusa,
in ultimo lasciata al vento, dondolante e inutile.
Eppure tra le mie dita la sento! Lei è viva
e non è senza durezza, sottilmente esclude
l'incontro d'amore tra le dita, come due amanti
sotto un freddo cielo berliniano.
Trasmissioni d'affetto così piccole da sembrare enormi;
quanto amore in una notte e quanta solitudine.
Si perché quel dito non toccherà mai più
quell'altro, perché a discapito dei due eroi
la distanza regnerà eterna, e periranno loro soli
ed in silenzio come i signori degli scacchi,
levati in fretta da una mano sconfitta.

Sì l'acqua è così viva da farmi sentire già morto.
Ha un volto nero, senza forma, in continuo mutamento,
mi somiglia a volte ma è solo un ricordo,
una presa in giro al mio presente, un ricordo
allegro che non torna ad esistere ed essere vero,
ma palesa il mio vuoto.
Non credo di poter dire di amare davvero qualcosa o qualcuno.
Ho sprazzi di gioia e felicità ma più li sento
più mi accorgo che non sono veri; si perdono via
come il mio tempo.
Non ho lacrime da versare per qualcuno
e per me non posso; c'è un limite al patetico.
Sembra già così lontano il bordo e tutte le sue luci,
punti in fila indistinti quasi, come stelle galattiche.
Il brivido che ho intorno al collo è piacevole
e sa di vita più della vita stessa.

Sasso a fondo. Si può essere un sasso da fondale?
Avevo dei sassi di fiume una volta, raccolti con perizia,
puliti con cura, custoditi con gelosia.
Li ho trovati sparsi in un prato infinito tra altre pietre banali.
Piccoli pensanti moniti per uno solo e granitico:
il tuo sforzo è vano, sempre!
E allora voglio essere un monito per me stesso.
Dirmi che posso essere una roccia da fondale,
in questo nero lago che mi ha visto tante volte,
triste e felice, soprattutto felice
ma quasi sempre triste.
Una vita che si realizza nel suo cessare.
D'altronde è questa la morte,
l'affermazione più semplice della vita.

Una voce mi chiama...
si allontanano quei vorticosi flutti rapitori,
con le loro false visioni e parole.
Inarcate le spalle e inventato un sorriso,
avanzo vivendo ancora.

.A.G.
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Complessa metafora poetica sul senso della vita che intreccia spinosa i tuoi versi e l'implicita domanda del perché finale. Toccante! Un abbraccio! Ax

il 10/08/2016 alle 10:06

...Tu eri chiaro e trasparente come me...; bellissima, Andrea, ho fatto copia/incolla perché mentre leggevo nel fondo oscuro della mia anima, ammesso che ce l' abbia, un groviglio di emozioni componevano dei versi...chissà...già una volta mi è successa la stessa cosa con una tua...; un abbraccio, rom.

il 10/08/2016 alle 16:10

non... un mare nero...mah! acqua azzurra acqua chiara...oppure, il mare calmo della sera. Ciao Andrea, Sii sereno e felice. un caro saluto Aldo

il 11/08/2016 alle 00:35

Vi ringrazio, sempre mi scuso per non rispondere con l'attenzione dovuta e come facevo un tempo^^...vi abbraccio grazie

il 13/08/2016 alle 02:51