-In attesa caroselli d’echi
che si inseguono al richiamo
e l’alba dall’esile giardino di rime
mi costringe all’ala dal solipsistico volo,
in un viatico d’antico chiostro
solitario turbinio di dirompente lava
come carne in pugno senza foce
incatenata al filo della sua voce.
-Viaggio lungo binari immaginari
e il tempo imponente è il mio garçonnière
esposto all’assoluto ingordo
ch’affonda urla, vacuità d’indolenza,
fisse cecità , ossa scisse al confronto
per un’illusione d’amore senz’amore.
-Resta ai margini il sogno eretto
trascina ai lembi la disperata sequenza
di noi che ci sussurriamo disperati addio
e i nostri progetti di scie e smarrite rotte.
-Scorre veloce il diniego così mesto
che non scorge nel credere,
il senso dalle mani sporche
delle favole sigillate alla fine del non detto.
-Singhiozza accanto una nenia inarrestabile
l’anima digiuna dagli occhi di cristallo
senza luna o specchio di cielo,
senza te, giglio a scheggia d’universo
oceano nudo racchiuso in un passo.
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