PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 28/07/2016
un po' di sociologia stasera:
ascoltami, i poeti de ricerca
sono tutti diplomati, e spesso al classico,
ma non erano i classici secchioni,
quelli che nell'eterna lotta fra il testo
e il traduttore parteggiavano per il vocabolario
e che la notte sognano di fare cose sporche
con quel Discolo d'Apollonio (battuta
che capiremo in tre). no, quelli
di solito - con eccezioni, tipo me - non hanno
un cazzo d'idea della letteratura contemp.
soprattutto se sperimentale,
amano tipo harry potter
e romanzi fantasy di draghi volanti nel cielo del Medioevo
che non valgono la carta da culo su cui sono scritti.

ben che vada riconoscono l'importanza dei classiconi assoluti
tipo Victor Hugo
e hanno questa perversione di apprezzare Jane Austen.

invece chi poi s'appassiona al mondo del negativo,
al regno dell'acrobatica stortura formale
e si tira le seghe coi bukkake ascoltando
i Flying Luttenbachers,
diciamo che tipicamente sopravviveva, sei e
mezzo/sette, perché Senofonte non gli
diceva nulla (ignorando l'Alessandra di Licofrone)
e men che meno Virgilio (ignorando Vergilius
.Maro grammaticus il pazzo irlandese,
sul quale invece i rasponi selvaggi se li fanno i cultori
del postmodernismo più cinico-combinatorio)
mentre invece l'ora d'italiano già proponeva
quegli eroi dell'avanguardia tipo *Emilio Praga*
e consentiva di giocare al Perec de noantri nei temi,
quindi meglio.

per cui, giungo alle conclusioni: quel latino
che i poeti de ricerca sanno bene è quello
dei flosculi de citazioni riciclabili
a cazzo di culo per far bella figura
più due o tre tecnicismi delle lettere lato sensu
come appunto "lato sensu" (che poi molti
sbagliano, assimilano, e scrivono
"latu sensu"
come se il latino non avesse perduto gli aggettivi con tema in -u
già nell'età preistorica,
o come se fossimo tutti sardi).

quanto al greco, idem ma peggio:
si gasano duro nelle mutande per tutti
quei termini carichi d'un che di sacrale
e geometrico al tempo stesso
di cui abusava già Heidegger, etc.
tipo il chronos il kairos l'aion
il nostos il temenos etc. etc. etc.
guai gli pigliasse se avessero idea
di come si dice "innaffiare" (ardeuo)
o "ascella" (maschale)
o, quel che è più grave, "fica" (kysthos).

e non sono in grado non dico di tradurre Omero
(infatti Daniele Ventre lo fa
e loro per compenso lo perculano quasi fosse
un minus habens quando invece è più sveglio
e istruito di loro tutti messi insieme)
o Tucidide,
ma mettigli in mano una pagina a random
di Lisia o Luciano poi agguanta il popcorn e mettiti
a ridere.

poi è anche vero col greco non si rimorchia,
con Francis Ponge per qualche ragione sì.
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3,9/5 meriti (7 voti)

Pure di sociologia ti intendi. Sei davvero un pozzo di conoscenza...

il 28/07/2016 alle 23:06

da quando in qua ciò era in dubbio?

il 29/07/2016 alle 12:08

...In dubiis libertas...; meditate, gente, meditate...

il 29/07/2016 alle 13:49

non sono mica un cazzo di buddhista

il 29/07/2016 alle 16:56

...Meno male...

il 29/07/2016 alle 20:34

bho e meglio far finta di non aver capito ...ma la poesia ?

il 16/08/2016 alle 18:49

ce n'è a TRONCHI di poesia qui dentro. in compenso boh si scrive boh e non bho, non stiamo mica parlando sanscrito con tutti quei 'bh'.

il 21/10/2016 alle 00:31