Spasmi Nobili, sulla Linea Curva dell'Orizzonte
~ Dalla strage dei giorni ~
escono i cuori,
dai numeri rossi
della roulette,
senza il buio degli zeri,
truccata dai baci
indelebili e crudi
in equilibrio bagnato
sul filo dei desideri.
~ Ore di piuma ~
prendono il volo,
fra tulle di nuvola
le mani ardenti
sovraccariche di doni
del miele di un minuto,
nel laccio di perle godute,
da sacrificare alla notte
per un inferno dimenticato.
~ Colmavano clessidre ~
fradicie di papille,
le ansietà della pelle,
pronte alla misura
tra gli spazi corposi,
di una vertigine
librata sulla bocca
incosciente del mondo,
appiccicato al ricordo.
~ Di polvere d'oro ~
la fragranza degli occhi,
sotto l'arco delle ciglia,
posate sulla guancia
nel battito del morse
sbucciato di parole,
dove si erge duro,
il significato preistorico
dell'esistenza fra i quanti.
~ Spalmando il futuro ~
come burro, fra le cosce
delicate delle rose,
assaporo lo spirito
disceso dai salici
dei tuoi capelli,
usati come frusta
piovosa d'intenti,
senza veli di sorta.
~ Con lingue di fuoco ~
brucio gli altari
crepati dal ghiaccio
interrotto dai sogni
in fase avanzata
al calare dell'alba,
come la scure
increspata dal sole
sull'onda interrotta.
~ Sul petto opulento ~
perdo il mio senno,
vagando in tondo
all'equatore scoperto
dai sensi tatuati,
finché raggiungo
la fine dell'inizio,
arrotondato come vocali
fuggite da universi in espansione.
~ Dove s'allattano ancora, sogni guerrieri ~
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