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Pubblicata il 04/07/2016
Son lontani quei tempi
quando con mio padre
ogni occasione era buona
per giustificar l'alterco,

anelavo a prender il volo da solo
senza più catene familiari,
il mondo uno spazio inesplorato
e la vita un sorriso appena accennato,

fu così che per mia scelta
mi ritrovai tra alti e bassi
e innumerevoli peripezie
ad esser padre per conto mio.

ma padre di che e di chi?
non ho mai accettato di appartenere
alla foltissima schiera dei figli
chiamati così in modo anonimo,

perchè dico sempre quello che penso
e penso prima di dire,
il mio nome, la mia storia e compagnia cantata
sono solo un piccolo accenno di quel sorriso,

la libertà la conquistai quand'ero ancora in fasce
catapultandomi dalla vecchia culla a rete
iniziando ad esplorare
quell'infinito che ancora tanto m'appartiene,

ho sempre riscontrato
le bugie spacciate per verità
un po da tutti
ma sopratutto da quelli che ebbi vicino,

non giudicai
facendo il finto tonto
o peggio il santo in ginocchio sopra la colonna
m'immedesimai giusto un poco

per comprendere il perchè
di simili idiozie
giungendo alla conclusione
che senza queste molti si sentono ignudi,

meglio nudi
che mal vestiti
ciò che si desidera essere
non è mai ciò che si è...

perchè spesso si è di più
e inconsapevolmente
si imita sempre il peggio
per aver un ruolo nella recita di gruppo,

fu così che scoprii
il lato puzzolente
delle delusioni, delle invidie
dell'avidità dell'immondezzaio umano.

a notte fonda contavo le mie vertebre
estasiato dalla perfezione meccanica
di quel riuscito esperimento
originato dai miei antichi avi,

nacque un uomo nuovo
da un'altro appena nato
abortito per necessità di causa
senza chiedere il parere a nessun dio.

decisi di percorrere da solo
un breve tratto fino giù alla scogliera
trovai lì una sirena bruna
immobile con lo sguardo attento all'orizzonte,

i suoi morbidi capelli
attirarono le mie dita
un seno prosperoso fece tutto il resto
in quattro e quattrotto fui lesso come un luccio,

catturato dalla stessa rete
da cui ero sfuggito tempo prima.
medesime situazioni sature di obblighi
e piccoli accenni di ilarità

per soddisfazioni sempre più esigue,
il tempo e il lavoro
mi resero ancor più animale
tanto da confondere il bere col trombare

da quel luccio
nacque un altro uomo nuovo
molto più scaltro, amabile, intelligente
e sopratutto silenzioso,

da qui a qualche tempo
mi trasformerò per grazia della morte
in qualcos'altro.
ma chi se ne frega.

giùciaravolo
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ciao RICCARDO

il 05/07/2016 alle 20:27

ehilà BEPPE (cit.)

il 09/07/2016 alle 12:47

ciao ale

il 15/07/2016 alle 05:46