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Pubblicata il 08/06/2016
nacqui dal fervore dissoluto
di una madre
e dalle prime raschiature
di una terra rigida e lievemente nevata

ricordo,di occhi
che avevano sacrificato il pianto
dietro a giochi troppo adulti
e a mani troppo accondiscendenti

e di una pioggia,
probabilmente quella di maggio,
dove nel suo incedere,costruiva specchi
per lo mio sporgermi solitario.

m'affiorano alla mente..
i racemi dei vigneti
sparsi sul suolo bruciato
nell'ultimo respiro d'estate...

di graffi e zuffe e eccessi di pudore
che ne negavano l'amore virgineo
e di quaderni lordati d'inchiostro
gettati nei cortili dietro la scuola...

ma anche di una corsa leggera
destreggiandomi tra il vento contrario
nei campi d'olivo al proprio fiorire
fino a toccare l'arco di luna...

esausto
mi congedo da quei mesti giorni
ora,che le mie parole sono deterrenti
per gli imberbi dall'animo sconsolato
e le braccia assennate
stringono ilari,un gravido ventre

(Lirica dedicata ad un amico,cui la giovane esistenza è stata storpiata da una famiglia cinica e degradante)
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Poesia dal forte contenuto pittorico, reso con sfumature molto personali e precise nell'identificare i luoghi comuni dell'esperienza, correlata alla riflessione lirica e non solo. Bella in particolare, la chiusa

il 09/06/2016 alle 10:29

Grazie axel.Ho letto qualche tua poesia.Sono veramente ermetiche e ben composte.Se non ti dispiace vorrei approfondirle

il 10/06/2016 alle 16:48