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Pubblicata il 28/05/2016
Cosa c’è di familiare nel denudare l’ansia
furiosa mente, arpa in dispeptiche contese
arrampicata a far combaciare rivelazionie
confermate per ceto da ghigni consolatori
grasse madri d’inganni annuenti fandonie
prati d’ego lasciati fiorire privi di sole.
tristi esordi senza ritorno al cuore
a sipario chiuso, farse in astinenza di platea.
non capire non è poi così importante.
si va avanti, non vicino all’essere, ma avanti
una pacca sulla spalla e queste parole
senza fretta di scoprire il centimetro di pelle
e si ricomincia ad inventare pretesti,
consolatori sorrisi ebeti all'inutile diniego
propaggini false misurate all’appendice
impaurite da finestre murate dal dolore
in un silenzio impazzito colmo d’io cielo
su nuvole di mare in quadri appesi
sfigurati dalla sorte, chiuse porte e finestre
zittita la solitudine, inaugurata la morte.
ci si innamora per questo.
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Poesia straordinariamente incisiva ed esaustiva! Sempre molto brava e convincente!

il 28/05/2016 alle 20:31

Quando si da più di quando l'amore richiede...forse ci si innamora anche per questo. un saluto

il 29/05/2016 alle 17:09