Freme la mano
dalla voglia di scrivere,
freme
un pensiero
di uscire dal silenzio,
ma tanti sono
i rumori
d'intorno
che ne esce
solo un suono stonato.
allora
di nulla
par che si scriva.
di un animo
turbato
che getta
i suoi versi
alla ricerca di
una riva,
alla scoperta
di una sponda
dove sia chiaro
il batter dell'onda.
ma è solo
spuma
e grovigli e rabbia,
cieca
che fine a se stessa
si consuma.
piano
la mente
all'orizzonte
si dilegua,
esce fuori
come un frastuono
che non dà tregua.
e intanto
il mare volteggia
in un continuo
ritornare,
sceglie
uno scoglio
in cui l'onda convinta
si spacca,
poi ti travolge
con terribili
correnti
di risacca.
e mentre
di nulla
queste righe riempio
proverò
a spedir nell'aria
un pensiero,
come per sorte
si lancia una monetina,
per veder
se giù cadon sorrisi
oppure la pioggia
di quella battente,
da sera a mattina.
dalla pioggia
assai forte
nella quale
la mia mente si incaglia,
nella strenua
ricerca
del ritorno al sereno,
ecco spuntare,
che quasi mi abbaglia,
di sorpresa, all'improvviso,
l'arcobaleno
splendente e lucido
come un immenso sorriso.
soffice,
tenero,
quasi soffuso,
tremerò
tra le labbra del vento,
come mai
riuscì a tremare,
in quel
continuo andirivieni
delle onde del mare.
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