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Utente eliminato
Pubblicata il 25/04/2016
I minuti si dissolvono in punta di piedi
e le trenodie del crepuscolo feriscono
il corpo d'impalpabili lesioni,
fino a che il cuore reggerà l'urto del male
rammenterò alla notte che sono stato felice
quando il tepore domenicale plasmava
aureole tranquille e vernacoli di desideri
sulle orbite della città non ancora inginocchiata

si cambia lentamente giorno dopo giorno
ma forse si resta sempre la stessa persona,
giunge l'età adulta come un lampo
che squarcia spietato un lungo volteggio
e per mantenersi giovani ed ardimentosi
occorre un talento sottile che non ho mai posseduto
ed una memoria flessuosa e levigata
che rasenta le pareti dell'io deriso e sradicato

le immagini dei miei migliori anni non sono mai sbiadite
nella torbida decadenza d'un mondo stipato d'insensatezze
ma in questa mescolanza di voci incomprensibili
e nella giungla degli incontrastati gigolò autocratici
il flashback è un orizzonte che crolla sulla mia fine,
"Il meglio deve ancora venire"
afferma una nouvelle vague d'artificiosi millantatori della realtà,
l'identico motto inciso sulla lapide di Frank Sinatra

ma io non ho la fede e a volte provo invidia per chi crede
e penso con tenerezza a tutti i verseggiatori e poetesse
che ho incontrato lungo gli stravaganti sentieri dell'esistenza
e so che il mio incontenibile affetto non si è mai placato,
in fondo siamo eterni ragazzi dal docile sguardo
che faticano a convivere con i propri demoni,
componiamo versi ordinari ma intrisi di passione
sulla nostra fuga infinita lontano da tutti

le luci del giorno spazzano via le nubi della malinconia
e il suono della chitarra di Roy Montgomery *
anche se più ipnotico e sofferto che mai
travolge di serenità le cornici delle mie strade,
le note assomigliano a sinistri sibili del vento
e l'inquietante atmosfera srotola tappeti di brividi
e di ricordi colorati con l'infiorescenza delle palme,
da bambino correvo a perdifiato negli spazi immensi

* Tarkovsky Tone Poem
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Il problema non è credere o non credere: bisogna andare oltre comunque! Descrizioni sempre impeccabili, amico Riccardo! Complimenti sempre per l'ispirazione interminabile della tua coscienza!

il 26/04/2016 alle 14:37

....Caro Virgin, sul fatto dei "versi ordinari" soltanto il Tempo sarà giudice...mi spiego...da che esiste il mondo nessun artista sia esso in lettere, sia nella scultura, sia nella pittura o sia in una delle altre arti protette da Clio e dalle sue consorelle ha mai peccato di superbia nel senso che ogni artista nel proprio campo di elezione ha creato e poi ha lasciato ai posteri l' ardua sentenza...quasi tutti perché uno solo, soltanto uno che io sappia, ha peccato di presunzione ed il nome è quello di colui che scagliò il martello sul ginocchio del Mosè e gli gridò: "Perché non parli !"...Quel grandissimo figlio di buona donna ha osato mettersi contro il Tempo e per quel che ne so il Tempo lo ha perdonato...Ma a parte questa eccezione, tutti gli altri, e quindi noi compresi (non ti mettere a ridere) possiamo andarcene tranquillamente verso i Pascoli del Cielo e forse qualcuno dei posteri un giorno scoprirà i versi ingialliti di un certo Virgin e dirà ai propri contemporanei: " Virgin! Chi era costui? "...; venendo all' oggi ti dirò, come già feci una volta, che forse sarà meglio che faccia una scappata a Roma e portarti in una osteria fuori porta per farci insieme un buon bicchiere di Frascati...Chissà cosa uscirà fuori dalle nostre bocche...Certamente la Verità, quella nascosta...; un abbraccio, mio buon amico, un grande abbraccio...I tuoi versi scivolano sulla mia grigia e non più colorata esistenza e scavano nella profondità della mia anima...

il 26/04/2016 alle 15:32

...Scusa Riccardo ma mi sono dimenticato di aggiungere di darmi notizie su Roy Montgomery che per me, ovviamente, dire che sia un illustre sconosciuto è una banalità...; un abbraccio.

il 26/04/2016 alle 15:37

Se ti azzardi ancora a chiamare le tue Poesie "incidenti di percorso" mi arrabbio per davvero.

il 26/04/2016 alle 22:54

Hai toccato, Riccardo, con questi tuoi accorati versi molteplici anfratti della tua cosmogomia facendolo sempre con un lessico preciso con metafore originali e citazioni che non mancano di confermare ciò che nel tempo e nei tuoi scritti ho appreso ed apprezzato, ossia la qualità della tua introspezione la profondità delle tue analisi e la spietatezza della tua critica innanzitutto verso te stesso e poi, ma solo dopo verso il nostro universo mondo. In questo tuo scritto però hai aggiunto una vena dell' amaricante ineluttabile, un velo di triste malinconia verso l'inesorabile, a quale pare tu voglia cederei il passo, senza il conforto esogeno della fede o del sentimento, ma afferrando unicamente i ricordi e..la poesia.... Infondo stiamo tutti solo tentando di sfuggire dai nostri demoni, con gli strumenti che abbiamo, cambiando ma restando plasmati dalla matrice nostra, e ricordandoci delle corse spensierate dentro spazi immensi. Mi hai regalato Riccardo una lente emozionale....sergio

il 27/04/2016 alle 06:22

Tu possiedi talento, ne hai da vendere, scrivi da Dio. Perdonami l'espressione...ma la mia esuberanza è dovuta alla lettura di questa tua poesia che è bellissima e vera.....Sei tu che srotoli tappeti di brividi a noi che leggiamo grazie

il 27/04/2016 alle 12:00

....me l0 vad0 subito 4d 4sc0lt4r3... eheheheh..,....

il 27/04/2016 alle 13:21

Caro Riccardo la vita è in continuo insegnamento! i tuoi versi sono stati graditi! Buon weekend! Dora

il 14/05/2016 alle 08:45