mi andrebbe
che piovesse quasi per sempre.
come quel racconto di fantascienza ambientato su Venere.
l’acqua che scende giù
mi ha sempre affascinato, preso
sorpreso.
come le lacrime versate
per gioia o per dolore
sul mio volto
o su quello di chi mi sia vicino o lontano
per ragioni che mi sfuggono.
anche.
il caldo e la primavera
mi rattristano
non tanto per la stagione
ma per l’indifferenza che passa nei cuori
nelle menti
degli esseri
per il prevalere meteorologico.
le stagioni della vita
sono quelle della natura, del resto.
che farci!
la pioggia, no.
sfugge alle regole.
e il rifletterci su
mi rende superiore e immortale.
forse.
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