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Pubblicata il 11/03/2016
I boccioli arcuano i propri peduncoli così asimmetrici e verdeggianti,nel giardino assiso dietro le mura d'argilla,baciati dall'aria salmastra,leggera è la loro fragranza,cui la donzella se ne prodiga rigogliosa.Orde di genti imbelli emulano la pioggia,distanziandosi dagli specchi nudi e dai primi vagiti dell'innocenza,il tempo resta guardingo,senza l'urgenza di ferire.Avevi le lacrime intrecciate alle parole,seduta sul pontile a correggere la paura,ti scorsi diafana nell'abbraccio del sole,irraggiungibile,mentre i velieri solcavano l'orizzonte.Era un'estate dalle cieche sporgenze,dove si esibivano gli aquiloni uccisi dalle acque gorgoglianti,dove cespugli di ginestre ruotavano dentro una giostra elusiva,forse tutto poggiava sugli scogli sempre più smussati,perfino le mie umane mancanze.La terra pietrificò inghiottita da un cielo immobile,lasciando che gli sciacalli disperdessero le memorie,sulle ali degli angeli luminescenti,quanto fú difficile chiudere gli occhi per poter sognare,chiuderli e immolarsi all'abbandono, nell'arso ventre dell'illusione.
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Una mera poesia d'altri tempi e luoghi.

il 11/03/2016 alle 09:11

Piaciuta:)

il 12/03/2016 alle 18:51