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Pubblicata il 26/12/2002
Conservavo solo tenebre
ero distante
e mia
annaspavo ceneri da bocche di pietra
raccogliendo girasoli chini
e conchiglie cupe,
pellegrinavo nella notte cieca
prima che emergessero dal mare
occhi di cobalto
e mi parlassero d'amore vero
e d'amore falso
e il vento sollevasse il tempo
in turbine di petali
e di farfalle
poi mi scoprii ventaglio
dimenticando ombre,
i miei sensi divennero aurore
e la mia bocca miele
scoprii il gusto del gemere,
ritornò la voglia di essere ciliegia.

Olimpia



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Molto bella, Olimpia! Mi hai fatto immedesimare nei sentimenti di una donna per tutta la poesia... cosa che noi maschietti dovremmo fare più spesso! ;)

il 28/12/2002 alle 17:59

Grazie Pirru del tuo bellissimo commento!
Ciao!
Olimpia

il 29/12/2002 alle 01:45