ti dirò che il tempo
sfoglia pagine inquiete,
ore come macigni,
pomeriggi di prigionie,
silenzi sepolcrali.
stabilirono signorìe
tutt’ intorno
le pause, i silenzi, le amnesie.
non infrangono, come ieri,
la vetrata del silenzio
l’ eco frondoso dei pensieri,
le melodie, le voci, le parole.
la trascinante danza dei tuoi versi
e sonagli di bracciali,
più non riecheggiano, festosi,
tra le stanze,
una neve di luna
ricopre ogni memoria.
i postini, da tempo,
serrano con pesanti ferraglie
i loro forzieri di cuoio,
ed ora,
sono a corto di fermagli d’oro,
per i capelli.
disertato dai sogni
e dalle rondini
il crocicchio della sera.
pare stranamente inverno,
a primavera.
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