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Pubblicata il 08/12/2015
Sarebbe tornato marzo di lì a poco; i cespugli di rosmarino avrebbero sconfinato in mezzo al giallo dell'euforbia e già da qualche anno aveva rinunciato a separare l'uno dall'altra, non sarebbe servito.
assorbiva la bellezza della sua terra in quella stagione che gli apparteneva, la pipa di legno d'erica in bocca, spenta, sempre spenta, forse solo a voler assaporare a fondo quella piccola parte di ciocco, senza bruciacchiarla.
sostava con gli occhi sulle sconfinate distese di ginestre e lentischi mentre l'assenza della sua vita cominciava a manifestarsi senza scampo giorno dopo giorno, dolore dopo dolore. Solo a sera si accorse di essere completamente nudo, l'addome stretto fra le mani a trattenere i suoi spasimi. Le mani, le sue mani. Quante volte aveva sperato di mantenerne l'uso sino alla fine dei suoi giorni, quante volte aveva pregato di non venirne mai privato. Ne guardò il dorso macchiato di vecchiaia, decorticato come il sughero che aveva piantato cinquant'anni prima in fondo al vialetto e si asciugò un rivolo d'urina che debordava dalla placca urostomica. Mani annose come la sua isola, simili a quelle dei dei suoi avi, quelle stesse che gli avevano permesso di attraversare indenne la rudezza della vita.
le staccò lentamente dal suo scempio, le sollevò in segno di rinnovata preghiera e si tirò su dal fondo buio in cui si era rifugiato. Si vestì, fece pochi passi per raggiungere il pergolato e lì sedette sino al tramonto. Sarebbe tornato marzo e i capi a frutto della vite da potare e il tralcio e le sue gemme da toccare, la vita tutta , fino a quando fosse dato averla, ancora stretta fra le mani.
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Denso, Arlette questo scritto, in cui trapela un vissuto assolutamente intimo, L'immagine di un uomo che sta vivendo il suo dramma, e sullo sfondo una natura che indenne percorre il suo incedere. La scelta di usare un io narrante ed un soggetto in terza persona, non riesce a dissimulare una percezione diretta di quel dolore definitiva. sergio

il 08/12/2015 alle 06:11

Un dolore intimo, attutito da una sola consolazione, quella di poterlo gestire autonomamente, senza essere di peso ad alcuno. Ciao Sergio, Arlette.

il 08/12/2015 alle 09:18

Immensamente toccante! Un caro saluto! Sir Red Morris

il 11/12/2015 alle 10:15

Grazie Sir, saluto ricambiato. Arlette.

il 16/12/2015 alle 23:36

Commovente, giunge al cuore.

il 18/12/2015 alle 16:16

E se arriva al tuo ha percorso una strada che porta alla signorilità e alla pacatezza; non è un percorso vano. Grazie Ugo.

il 19/12/2015 alle 00:21

ah l'immagine della pipa.... per certi miei motivi è una cosa che mi tocca una profonda corda del cuore. Sarebbe tornato Marzo.... E poi nulla solo il verde dei suoi anni che raggiungiamo ancora una volta liberati dall'incedere dei malanni!

il 08/08/2018 alle 09:42

I motivi di ognuno di noi, ben riposti laddove sappiamo di trovarli ogni volta che ne abbiamo bisogno.

il 09/08/2018 alle 00:09

La precisa descrizione della natura e del tempo, che inesorabilmente solca l'anima e la pelle. La particolare emozione dolceamara, che saluta in ogni frase scritta. Ben scritta. Usando termini non comuni ma comprensibili che introducono aspetti legati al passato ma ancora ben presenti. Nostalgia e rimpianto. Brava Arlette. Come sempre. Un abbraccio.

il 03/12/2020 alle 09:47

Accenni di una vita, Minus, natura e passato forse identici a migliaia di altri. C'era, c'è stato per meglio dire, il coraggio di tentare ulteriori sforzi al fine di vivere, proprio con l'ausilio di quella splendida natura e della sua policromia. Grazie sempre, per gentilezza e attenzione nel porti.

il 11/12/2020 alle 10:34

Mai la resa Daniela, a parte i rari momenti che manifestavano la sua natura di essere umano, restituì la vita al destino da gran combattente e le sue armi erano sorriso e perseveranza. Un saluto e un abbraccio.

il 07/02/2021 alle 13:37