Denso, Arlette questo scritto, in cui trapela un vissuto assolutamente intimo, L'immagine di un uomo che sta vivendo il suo dramma, e sullo sfondo una natura che indenne percorre il suo incedere. La scelta di usare un io narrante ed un soggetto in terza persona, non riesce a dissimulare una percezione diretta di quel dolore definitiva. sergio
Un dolore intimo, attutito da una sola consolazione, quella di poterlo gestire autonomamente, senza essere di peso ad alcuno. Ciao Sergio, Arlette.
E se arriva al tuo ha percorso una strada che porta alla signorilità e alla pacatezza; non è un percorso vano. Grazie Ugo.
ah l'immagine della pipa.... per certi miei motivi è una cosa che mi tocca una profonda corda del cuore. Sarebbe tornato Marzo.... E poi nulla solo il verde dei suoi anni che raggiungiamo ancora una volta liberati dall'incedere dei malanni!
I motivi di ognuno di noi, ben riposti laddove sappiamo di trovarli ogni volta che ne abbiamo bisogno.
La precisa descrizione della natura e del tempo, che inesorabilmente solca l'anima e la pelle. La particolare emozione dolceamara, che saluta in ogni frase scritta. Ben scritta. Usando termini non comuni ma comprensibili che introducono aspetti legati al passato ma ancora ben presenti. Nostalgia e rimpianto. Brava Arlette. Come sempre. Un abbraccio.
Accenni di una vita, Minus, natura e passato forse identici a migliaia di altri. C'era, c'è stato per meglio dire, il coraggio di tentare ulteriori sforzi al fine di vivere, proprio con l'ausilio di quella splendida natura e della sua policromia. Grazie sempre, per gentilezza e attenzione nel porti.
Mai la resa Daniela, a parte i rari momenti che manifestavano la sua natura di essere umano, restituì la vita al destino da gran combattente e le sue armi erano sorriso e perseveranza. Un saluto e un abbraccio.