ii riflesso delle scarpe nere nella pozzanghera dello spicchio di mare.
ti ho visto chinarti
e raccoglierne l’increspatura,
l’hai stretta nella mano e si è spezzata nella tua iride.
eri la bella farfalla, le tue ali gialle s’intonavano alle ombre
e i gabbiani erano grigi, accostati ai cristalli dei cirri.
scopristi l’armonia delle forme dei sogni e potevi strozzarli di parole
mentre il pensiero rallentava nella visione di un grido.
finché avevi la voce provasti a perderti
Guardando ancora nei mille colori
ma tu sei solo, sfrecciando nei pensieri
sul rasoio dei perché hai domandato e sei rimasto sordo
ora ti vedo camminare sparire
deserta figura incappucciata di nebbia.
c’è la tua impronta nell’eco dell’acqua
rotonda di luci, di nubi e sospiri
che rimandi confondendoti.
sai? Nel lontanissimo inverno delle mani bruciate rimani.
come sempre sarai il suono dei passi.
oggi sei terracqua e un unico dubbio
“ Che colore è la mia voce? “
Ora lo sai:
bruno legno, e viola tramonto,
grigia apparenza, porpora sostanza,
e cavalchi destrieri,
dioscuro dei crepuscoli sussurranti,
.
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