Un cielo bianco e basso,
per tutto il pomeriggio,
ha oppresso la domenica
prima di rovesciarsi
sulla terra esausta.
fisso l’acqua
contorcersi sul davanzale,
precipitare sul pavimento,
formare lucide pozze.
fisso versi,
freddi su una pagina secca,
mentre vorrei
liberare grida e risa,
dare una voce forte
agli oppressi,
muti e tranquilli.
Togliere voce
agli oppressori
che hanno forte voce.
strappare maschere
di falsa innocenza
a chi
guida all’odio
uomini e donne,
che con me s’accomunano,
credendo o sperando
di non sapere
chi con dolcezza di boia
ci guida al nulla.
vorrei mettere
anche il mio nome
tra quelli dei nemici,
perché molto potrei fare
mentre il temporale
allaga la mia casa
e di parole vuote
riempio fogli.
la poesia non muta nulla,
ma il nulla è certo.
e allora…scrivo.