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Pubblicata il 23/09/2015
Balenante

c'è stato un momento, e un momento si fa per dire,
che per noi, la sai, i momenti durano come anni...
in cui pure pensavo che noi si fosse un solo sentire
e sapessimo davvero gestire e preservar dai danni

questa novità sensazionale questa nuova frontiera
della coscienza e della esperienza, forte volevo credere ,.
ora io non penso più che siamo speciali o unici e veritiera
la ragione, che solo a noi potesse capitare di sopravvivere,

a noi stessi, alle vicissitudini della vita come un riflesso
che si riverbera in maniera d'essere fulgida componente
anche di questo altro aspetto, questo altro oscuro paradosso
della nostra esistenza sulla quale assai poco può la mente.

ora forse mi sono ridimensionato o forse concretizzato,
inteso come passato da quella immaterialità assoluta
che il fiammeggiante incontro ha da solo realizzato,
e la reciproca travolgente necessità che la virtualità avuta

ci ha parato d'innanzi l’un l’altro senza darci risposte
ponendoci solo domande tra quelle crudeli e drammatiche
vertiginose irrisolvibili impronunciabili che non hanno soste.
sai io credo che questo nostro percorso, strade identiche

avrebbe potuto prendere e condurci in ogni qualsiasi luogo,
oppure da nessuna parte e fermarsi alle prime controversie
del destino stesso e della contingenza, o delle sillabe un dittongo.
ma così non è stato, caduti molte volte, e nonostante le traversie

rialzati, ogni volta nuovi ogni volta noi, ogni volta però più lisi,
immutati, immutevoli, eppure diversi; assai accosti o distanti
arricchiti o impoveriti, disposti a cedere oppure subito a schernirsi
ma anche determinati e irremovibili nei nostri princìpi fondanti

in una continua estenuante altalena tra dentro e fuori
tra vero e sperato tra voluto e rifiutato che costringevano
alla prova lo stesso ritrovarci dopo ogni burrasca dei cuori,
e l’altro di amore , quello che fu promesso lo scuotevano.

l’altro amore con questo piccolo contrattempo del fato,
questa impercettibile smagliatura dell'anima ambita
deve farci i conti, confrontarsi deve a ben vedere con il dato
che sarebbe come misurare una montagna assopita

con l'ombra di una possibilità intravista solamente.
siamo la nostra unicità ed il tentativo ci accompagna
nel trovare risposte, e la nostra ridicola e patente
sublime abilità nell'eludere la domanda più grifagna
la cui riposta balenante lampa e acceca, e rimpianto non sparagna
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Pricipa' tanto di cappello e rispetto ,anche se mi hai fatto faticare piu' del solito ,non e' cosi' semplice capire i poeti specie quando sono profondi,un salutone

il 23/09/2015 alle 17:54

Tanto di cappello! non si fatica poi tanto, come dice paolocci...ma quando se ne viene a capo è come aver conquistato una vetta della tua esistenza.. Grazie per volerci offrire di tanto in tanto una feritoia nel muro invalicabile della tua personalità e lasciarci guardare dentro!

il 23/09/2015 alle 21:17

Un libro aperto! Molto bene! Sir Morris

il 28/09/2015 alle 13:36

Riccardo, i tuoi commenti sono sempre puntuali e circostabìnziati , essi fanno vibrare ulteriormente le parole ai quali essi suggello. Mi piace la citazione di Argon che hai riportato e mi ci riconosco assai, non esiste un amore che sia confortevole o sereno, esso deve sovvertire destabilizzare coinvolgere e incendiare, ed al tempo stesso tentandola di stringerla quella passione la si sbriciola, un ben triste destino... each man kills the things he loves...Grazie, Sergio

il 29/09/2015 alle 06:09

Spero paolocci che la fatica che ti è costata leggere sino n fondo questo scritto ne sia valsa la pena, e ti abbia mostrato almeno un poso di quello che io ho inteso Grazie, sergio

il 29/09/2015 alle 06:11

La mia personalità un muro invalicabile, dici annysea, non lo so, certo i versi sono ferite della scorza che lasciano vedere dentro, senza precauzioni o misura, lo scrivere è più che mettersi a nudo, è aprire ferite alcune sanginano e rimarginano, altre restano tali e non diverranno mai cicatrici... sergio

il 29/09/2015 alle 06:17

Sir Morris i versi sono un libro che non tutti sanno leggere, o lo possono fare, occorre dedizione cura per intendere. sergio

il 29/09/2015 alle 06:18

E' interessante, Riccardo, trovare tra gli spiriti liberi , percorsi che s'intrecciano e che nelle circonvoluzioni delle esperienze peculiari di ciascuno, rendono partecipi del vissuto d'altri, Grazie, Sergio

il 29/09/2015 alle 13:38

Un monologo analisi di due personalità complesse; confessioni tra mea culpa ed errori del destino, torti e giustificazioni, e tanti dettagli su due caratteri e indoli diverse. Un po’ di meraviglia mi fa il constatare che in 41 versi ho trovato solamente due volte la parola amore, “quello che fu promesso lo scuotevano” e quello con il “contrattempo del fato”! Non mi è facile dare un giudizio su contenuti così delicati; mi limito a complimentarmi col Sergio per aver realizzato un lavoro non facile, con la fluidità e la chiarezza che destano sempre molto interesse nel lettore.

il 30/09/2015 alle 11:42

Solo due volte, Ugo, dici bene ed avvedutamente, ed entrambe, che poi a ben vedere è una sola e rivota all'amore "altro" non quello che anima i versi, ma una entità prossima, che non è messa in discussione, sminuita o inficiata , singolare la loro coesitenza e la loro simultaneità, quasi che uno sia l'alibi il limite e l'orizzonte, l'humus fertile, in una reciprocità che non ha soluzione di continuità... Grazie Ugo per la lettura e per il tuo commento che mi ha portatom ulteriormente a riflettere sullo scritto....con stima,Sergio

il 30/09/2015 alle 13:53

-siamo la nostra unicità ed il tentativo ci accompagna nel trovare risposte, e la nostra ridicola e patente sublime abilità nell'eludere la domanda più grifagna la cui riposta balenante lampa e acceca, e rimpianto non sparagna Mi piace riscrivere i tuoi versi,mentre ti accomiati da chi ami. Bravo,perché solo chi ama può scrivere così.

il 09/10/2015 alle 11:23

Io credo , Chiara, che sia impossibile, per quelle anime trovare un punto di equilibrio, proprio perchè quel punto si trova al di fuori da loro in una prossimità che non gli appartiene , che è già altro..Però è vero che i versi letti quando la montata della marea si ritira, permette di osservare con cognizione, suffragata da quello che rimane sulla battigia, la maestosità di un sentire..Un infinito grazie per il tuo plauso..

il 06/06/2016 alle 06:06