Pricipa' tanto di cappello e rispetto ,anche se mi hai fatto faticare piu' del solito ,non e' cosi' semplice capire i poeti specie quando sono profondi,un salutone
Tanto di cappello! non si fatica poi tanto, come dice paolocci...ma quando se ne viene a capo è come aver conquistato una vetta della tua esistenza.. Grazie per volerci offrire di tanto in tanto una feritoia nel muro invalicabile della tua personalità e lasciarci guardare dentro!
Riccardo, i tuoi commenti sono sempre puntuali e circostabìnziati , essi fanno vibrare ulteriormente le parole ai quali essi suggello. Mi piace la citazione di Argon che hai riportato e mi ci riconosco assai, non esiste un amore che sia confortevole o sereno, esso deve sovvertire destabilizzare coinvolgere e incendiare, ed al tempo stesso tentandola di stringerla quella passione la si sbriciola, un ben triste destino... each man kills the things he loves...Grazie, Sergio
Spero paolocci che la fatica che ti è costata leggere sino n fondo questo scritto ne sia valsa la pena, e ti abbia mostrato almeno un poso di quello che io ho inteso Grazie, sergio
La mia personalità un muro invalicabile, dici annysea, non lo so, certo i versi sono ferite della scorza che lasciano vedere dentro, senza precauzioni o misura, lo scrivere è più che mettersi a nudo, è aprire ferite alcune sanginano e rimarginano, altre restano tali e non diverranno mai cicatrici... sergio
Sir Morris i versi sono un libro che non tutti sanno leggere, o lo possono fare, occorre dedizione cura per intendere. sergio
E' interessante, Riccardo, trovare tra gli spiriti liberi , percorsi che s'intrecciano e che nelle circonvoluzioni delle esperienze peculiari di ciascuno, rendono partecipi del vissuto d'altri, Grazie, Sergio
Un monologo analisi di due personalità complesse; confessioni tra mea culpa ed errori del destino, torti e giustificazioni, e tanti dettagli su due caratteri e indoli diverse. Un po’ di meraviglia mi fa il constatare che in 41 versi ho trovato solamente due volte la parola amore, “quello che fu promesso lo scuotevano” e quello con il “contrattempo del fato”! Non mi è facile dare un giudizio su contenuti così delicati; mi limito a complimentarmi col Sergio per aver realizzato un lavoro non facile, con la fluidità e la chiarezza che destano sempre molto interesse nel lettore.
Solo due volte, Ugo, dici bene ed avvedutamente, ed entrambe, che poi a ben vedere è una sola e rivota all'amore "altro" non quello che anima i versi, ma una entità prossima, che non è messa in discussione, sminuita o inficiata , singolare la loro coesitenza e la loro simultaneità, quasi che uno sia l'alibi il limite e l'orizzonte, l'humus fertile, in una reciprocità che non ha soluzione di continuità... Grazie Ugo per la lettura e per il tuo commento che mi ha portatom ulteriormente a riflettere sullo scritto....con stima,Sergio
-siamo la nostra unicità ed il tentativo ci accompagna nel trovare risposte, e la nostra ridicola e patente sublime abilità nell'eludere la domanda più grifagna la cui riposta balenante lampa e acceca, e rimpianto non sparagna Mi piace riscrivere i tuoi versi,mentre ti accomiati da chi ami. Bravo,perché solo chi ama può scrivere così.
Io credo , Chiara, che sia impossibile, per quelle anime trovare un punto di equilibrio, proprio perchè quel punto si trova al di fuori da loro in una prossimità che non gli appartiene , che è già altro..Però è vero che i versi letti quando la montata della marea si ritira, permette di osservare con cognizione, suffragata da quello che rimane sulla battigia, la maestosità di un sentire..Un infinito grazie per il tuo plauso..