Questa è il primo di dodici canti. E' costruito sui lettere dei nomi delle mie compagnie di classe (per rendere omaggio alla loro bellezza e al loro affetto). I canti sono tutti collegati tra loro, e descrivono il dolore e l'amore che provo per una splendida fanciulla. Non vige nessun schema metrico. Oggi tocca a: Veronica Mascali



"Veritas filia temporis" rammenta 'l passato.
La verità è che l'amore tante pene m'ha saputo infliggere,
E 'l fatto ch'ancor t'amo, ha solamente confermato
che neanche 'l tempo potrà seriamente sconfiggere
Ragioni e speranze, sentimenti e l'emozione
che per te ho nutrito in questi due anni suppergiù.
Oggi ricordo ancora 'l dì in cui nacque la mia passione
dieci ottobre del duemila e poi un anno più.
Noi ci abbracciammo forte, l'ultimo tuo affetto spontaneo,
e poi d'allora, tra noi, solo litigi e incomprensioni,
Ignorasti me, i miei pensieri, ogni mio gesto spontaneo
non un sorriso, né un abbraccio, mai più conversazioni.
Chi parla adesso è una mente ormai opaca e stanca,
forse è meglio che non parli di cosa successe d'allora,
Allorché non possa scambiare la rabbia per cosa franca
io parlerei di quello che provai lì e che ricordo ancora.
Ma le mie parole non potranno mai spiegare seriamente
cosa provai in quel momento che per me fu assai fatale,
Avevo la sensazione di nascere a nuova vita veramente
e mi sembrò di stringere tra me una creatura speciale.
Sentii che lo splendido odore della sua candida pelle
entrò dentro 'l mio cuore per restarci per tutta la mia vita.
Cupido, c'hai fatto? Prima scagli le tue frecce più belle,
colpisci me, e poi invece dell'amore mi doni una ferita?
Adesso io amo lei, che adesso mi saluta inconsapevole,
mi saluta d'amica, la salutai d'amante, morimmo lì.
L'indifferenza entrò nel suo cuore, e tu colpevole,
guardasti zitto, non rimediasti e te andasti così.
Il giorno che mi sembrò darmi un nascita amorevole
fu solo la morte del mio amore, avvenuta in quel martedì.