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Pubblicata il 26/08/2015
Il suo viaggio è un cammino perpetuo verso il buio
preda di fremiti notturni
si spinge lesinando in cucina
entrando si siede a gomiti stretti
sulla piccola, scricchiolante tavola rotonda
portandosi le mani sul volto si sente stanco, pesante
ha le pupille cucite dal sonno
il piccolo cavaliere errante, meditabondo
imprigionato nella sua piccola, scheletrica armatura
ha perduto l'ennesima battaglia contro i sogni
la graveolenza delle sigarette spente negli avanzi della cena
gli tronca il respiro
avvinghiandosi stretta sul petto, ricordandogli nuovamente l'ossesione per quella vecchia cravatta
di lana cotta
sepolta in chissà quale cassetto
in fondo agli abissi del ciclopico armadio coloniale.
oggi non riesce a ricordare in quale occasione la indossò
forse al matrimonio di...?
forse in occasione del pensionamento
abbozza un sorriso
si apre un solco, lungo
sulla pietra del viso
ai lati della bocca si dipinge una smorfia contratta, rugginosa
simile ad un ghigno quando pensa senza indugiare di volerla indossare per il suo funerale.

le bocche della memoria recise, emettono flebili suoni, emergono spossati ricordi,
decadenti postriboli quotidiani ; per gli altri: delle feste
per lui erano solamente tempi di ulcere e sfregi, collerici, tracotanti
da una copula di larve schiuse annidate nella mente
fouriuscono corpi
sciami orditi da oscure
impenetrabili ali
ronzii avvoltolati in una ragna di pensieri
immagini
serrate nel fumo di quei giorni
sono i volti
cenci sbiaditi
è la confusione, le risate avvinazzate della gente, indolenti, martellanti
poi l'estate, il caldo, l'afa insopportabile, il sudore dalla pelle stillava copiosamente, scivolando,
dalle tempie bagnava il collo e la stretta cravatta
intridendo il bavero della camicia
come allora
un singulto gli si strozza nella gola,
si sente languire dallo stesso perturbamento
torna l'asfittica sensazione di soffocamento
una morsa gli avvolge stretto il cuore
bisbigliandogli di tornare a cercare in salotto.

sprofonda tra le pieghe vetuste del buio
sul divano
declina il capo all'indietro
srotolandosi dal cielo un'esile filo di luce cade
rimbalzando dalla finestra fino al soffitto
è il candido dono della luna che in questa notte buia è un gomitolo luminoso
rendendo meno dolorose le posteme mai chiuse
ossesivamente continua a scavare tra i microscopici tasselli della memoria
sa che in quei capricciosi enigmi del passato
non si celano solo bizzarri ricordi impastati di fantasie
sa che si nascondono lì
in quelle mille macchie verde rame che brulicanti affollano il soffitto
all'istante pervadono la stanza con una stonata litania
sfumando colori, riminiscenze vacue di una vita passata,
macchie insalubri quanto armoniose
immagini caleidoscopiche di un cosmico puzzle senza fine.

e' solo una questione di tempo
prima o poi li scoverà
nel covile delle espiazioni
dove giacciono quei piccoli occhi sporchi di terra
neri di pece
li ricorda ancora umidi di primavera
due occhi
due spiragli di luce, vortici di giovinezza
due squarci sulla tela del giorno
capaci di abbracciare il mondo
bestiali
beffardi come il tempo
lui che il tempo non riesce più a sentirlo addosso come Passato
adesso il tempo è l'amico invadente
sempre Presente
sempre attacato
stolto minuto dopo minuto
attimo per attimo
è un'ombra goffa
pesante
sbadigliando inghiottì la notte
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Letta e riletta! Molto interessante Sir

il 01/10/2015 alle 15:15

Grazie Sir

il 11/10/2015 alle 13:54

Chiosa da sballo.Certo che quando scrivo così recuperi dun botto le altre appena accennate! Hai acceso suoni e luci di una vita piuttosto intristita

il 24/04/2020 alle 05:46

Grazie malalunaa, sono veramente lusingato

il 28/04/2020 alle 21:32