Eppur mi sembra
di udire ancor nitido
il suono stentoreo
di un'inconfondibile voce
tra le perpetue discordanze
del tempo nemico
e tra le immani mancanze
dell'esistenza deviata,
nei sospiri affamati
della nostalgia snaturata
e nelle notti vuote senza sonno,
nel chiarore indolente
della mia stanza vuota
e nei ricordi imperituri
che galleggiano nella penombra
della memoria sconfitta
il vento caldo brucia
le orbite della ragione
e scaccia via lontano
l'effluvio delle risa,
molto va scomparendo
e poco rimane di tutto
e il cuore è socchiuso
sull'orlo della disperazione,
il senso della lotta
sopravvive a stento oscurato
da una moltitudine di solitudini
che ci accompagnano grevi,
le parole oltre il confine del pensiero
sono intrise di rammarico
e l'estate è il richiamo dell'oblio
che recinge i nostri quartieri