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Pubblicata il 23/03/2015
ebbi per culla
un albero di pesco
e fui avvolta
in petali di rosa.
il vento amico
mi asciugò il primo pianto,
il sole mi donò un sorriso d’oro
che cadde e si fermò
negli occhi miei.
mia madre mi cullò
fra smunte braccia
ma carico d’amore era il suo petto,
e se il pane, in quei giorni, non bastava
mi saziavo
dormendo nel suo letto.
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bei ricordi del passato che riscaldano il cuore. Ciao poetessa Dora

il 23/03/2015 alle 12:43

Parole dolci nella schiettezza di un tempo difficile , parole che il mio stesso cuore ha fatto sue ,un saluto

il 23/03/2015 alle 16:20

Paolocci, sono nata subito dopo la guerra e allora il pane e il latte scarseggiavano...ma le madri, dopo un sonno ristoratore, erano in grado di fare il Miracolo, stillando dai loro seni magri ancora un po di latte...Grazie.

il 23/03/2015 alle 17:06

Magistrale descrizione di accadimenti di vita reale struggenti! Molto, molto bella, Annysea! Sir Morris

il 23/03/2015 alle 21:03