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Pubblicata il 09/03/2015
Signore e padrone
sei della sabbia
arido deserto

da secoli e secoli
trattengo il fiato

porgendo per dote
l’altra guancia e sorrisi

lo so
sono carne bianca
che sfama angosce e viltà
leggera da digerire

senza sangue
ci si nutre di me

se lo beve da sempre
la sorte

per quanto tempo ancora
saprò mascherare
unghie e occhi?

non ho più posto
dietro le ciglia
del pianto

per nascondere te

e questi lembi di pelle
strappati all’orgoglio

di camaleontica
memoria
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Triste ma veramente bella , vista come una perseguzione in attesa di riscossa , un salutone

il 09/03/2015 alle 17:26