Il rapido incedere di giorni acquietati
dai dorati pistilli infuocati d'avvenenza
e dall'olezzo di sinuose corolle d'ambra
ti lambisce il cuore che freme d'inatteso gaudio
nel riverbero dei languidi flutti della passione
e tu volgi lo sguardo ai fasti della natura
ove dimorano immensi spazi ospitali
e la tua intrepida fantasia libera vaga
verso la rinascente purezza di manti di bruma
che si sono concessi al ludico rito invernale
sei ornata di petali d'aurora e di quarzi di rugiada
mentre ricami intatto il volto devoto della bellezza
nel repente avvento del candore di marzo
in quei precipizi di tempo dall'infinita rotazione
di attimi esiliati da estinte solitudini
ti rammenta parole obliate il cielo diurno
e ti avvolge di sapido tepore la musica del mattino
melodia prediletta del tuo placido errare
nelle contrade senza un filo di vento
che respirano il preludio dell'arrembante primavera
la tua voce è eco di gabbiano dall'aulico canto
è messaggio di libertà tra le fronde degli agrumeti sicani
è teatro di seduzione tra i rosai rampicanti
è vortice di leggiadria tra i ventagli dei fiori di pesco
è deliquio dei sensi nella rifrazione della luce
fuggevole essenza la durata della felicità
nel celere incanto di silenti garbati stupori
e nelle maglie cangianti di gioie movimentate,
audace la tua impronta di donna velata di mistica saggezza
che sussurra litanie di pace al calar del vespro forbito
a Giuni Russo