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Pubblicata il 24/02/2015
Questa saga d'eroi
e di tigri di stagnola
sorretta dalle novene
e dalle lacrime di giada
di "Tre Gocce d'Acqua Verde Blu".
Perchè così passava tua moglie
attrice maldestra e compagna
di lunga marcia.
E noi al bar del futuro
tra secchi d'orzata
e lampadine fulminate
a fumarci le idee
per la prossima stagione
tra stecche di balena
e cicche arrossate
da rossetti di poco conto
di maitresse irrancidite,
nello sbuffo di partenze annunciate.
E questo Francesco
che canta canta
e sorseggia il metro,
lanciato con la locomotiva
contro un sole spento,
sulla fila dei compagni
di questa avventura scema,
tra sabbia e vento
e la celluloide avvampata
di un film di Dovčenko.
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Un bel racconto! Sir Morris

il 24/02/2015 alle 14:33

Saper usare o no d'un certo metro in fondo ha sempre avuto il suo effimero peso. Se ho ben interpretato ho rivisto una foto in bianco e nero di cui osservo attentamente alcune sfumature. Arlette.

il 01/03/2015 alle 16:05