Coagulato il dolore all’ascolto
la solitudine si librò a guizzo d’incastro
e armoniosi sorsi d’imperfezione
s'adagiarono sulla pelle del silenzio
tra lacrime di pioggia
e finitudine del tempo assolto.
fu attimo insolito a raccolta indecente
fame di gocce immerse nel sogno
grattacieli, pianure, oceani, foreste pluviali
cattedrali accarezzate dal ricordo del volo
levigate memorie all’applauso d’uomo
addio custodito con astio
nel grido d'un lampo.
e' così che si destò il vento, culla d’attese
vertigine amante, incanto di ninnenanne
malinconici fiocchi di neve dall’alare sospeso
a sussulto d’anima in ascesa di dialogo.
venne il perdono e l’anima s'illuminò a giorno
l’illusoria verginità del patto col vento
tramutò la comunione complice in tormento
necrosi furiosa, fragilità intinta di pianto
emersa dai cuori lasciati sul fondo.
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