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Utente eliminato
Pubblicata il 28/01/2015
Nel ventre di una gemente attesa
giacque l'illusione fievole e marmorea
confusa in un'orda di grevi penitenze
e bagliori turbolenti d'immane tempesta

sicchè la prima volta che vedesti piovere
sotto un cielo arso d'uggia, di tenebre e di livore
la malinconia ti serrò aspramente la gola
e avresti voluto piangere lacrime di vetro

cuore vetusto, evacuato di vizzi germogli,
di campane tacenti, di prosaiche promesse,
lenisci, malandato, l'apocalisse della fede
e latiti, dimesso automa, in errante cecità

odi il tramestio furente del giudizio assaltato
negli alveoli esangui d'un ondivaga quiete
e le venerande ambizioni di lustro marciscono
nei gracili assiti di un'inumana compassione

sussurri all'eternità un lascito irrisorio
dietro parole intrise di magnanima nostalgia
tra il magma metropolitano e la crudele natura
che infieriscono nei giorni adombrati di solitudine

negli opali tramonti che cristallizzano lo sguardo
gli incolmabili distacchi, inattesi, sofferti, compianti,
infittiscono di dilemmi le ventose vie del turbamento
e d'innumerabili ricordi t'uccide la memoria
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Ritrovata coscienza! Sir Morris

il 29/01/2015 alle 14:34

Scrivi benissimo.Bravissimo.

il 29/01/2015 alle 15:41