Lascia ch’io pianga petali
fragile rosa innata
alla sorgente del vento.
perle di silenzio
sul sentiero incorniciano
l’istante tremante.
lascia ch’io sorrida all’alare
nido avvinto all’alba
inseminando ferite.
lascia che cadano nel mare
cristalli pietosi,
germogli dagli occhi di grida.
lascia che sia vita
disseppellita in rima
vibrante onda
dagli arpeggi colmi
innocente canto
d’angelico afflato.
lascia al fine
ch’io mi ricongiunga
all’anima in assolo
al di là del cosmo
con la beltà verginea
dell’eterna infanzia.
io a chiave di corolla
accogliente culla
rugiada in pianto
figlia e madre di sepolcro
tramutata grazia di dolore
in carezza al tempo.
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