Biancheggiano relitti su dune morenti
ormeggiano languidi sepolcri d’amore lesinato
nastri al cuore dai drappeggi sanguinanti
sogni che ondeggiano nell’infinito sfinito.
intuizione poetica colma d’assolo
cima scortata da pilastri di fabula scissa
la mia poesia narra alla luna la solitudine
irta come papaveri al sasso su pendii imprudenti.
il percorso svelato ha lieta intesa
rincorre memore tenerezze al pianto
invoca mani vergini di languide prodezze
cigni alteri di regale sobrietà
e vibra singulti simili a sparvieri in volo.
con palmi uniti la preghiera assolve l’assoluto,
interdetta verità senz’avvenimento
col passo deciso d’una malinconica prolissi
arpeggiando umori tra confessioni e sassi.
ecco a me pettegoli riccioli di mughetto in libertà
noccioli in fiore dall’emaciato volto
che m’avvolgono ridenti con ali di dolore scomposto
nel biancore intinto d’aderenze scavate
cesellate da sapienti intimità ancestrali.
l’intensità s’acquieta al canto appena chino
dissolve calmo distillate sublimazioni
il buio puro squarcia l’anima ricurva
nell’esser triste come fosse seme privato.
fede nell’amore! Oh morte d’oceanico volto
alchemica osmosi d’abisso cielo
identità dove l’uno è potenza dell’altro
nel sentirsi cosmo dal cuore assolto.