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Pubblicata il 24/11/2014
Ora che il giorno è pregno
d’un vomitare di voci svuotate d’intelletto
e un circolo di venti lingue
s’impasta nel balbettare inutili condanne,
m’inventerò una notte nuova,
priva del sogno che chi comanda è giusto.

m’affiderò al primigenio cielo,
quello che un Dio distratto pose a creazione,
per carpire un seme, uno soltanto,
da dare a semina al prato delle uguaglianze
ch’ora non ha contadini a dissodarlo
ma venditori di carne a renderlo un deserto.

la inventerò per darmi pace,
per sovrastare degli illuminati il parlottio
che scorre a vuoto tra le ore,
che di tutto farfuglia e su nulla poi risolve,
la costruirò anche se è giorno,
nel buio forse dei morti non udirò la voce.
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Molto ben strutturata ed ideata! Complimenti per la tua invenzione! Sir Morris

il 25/11/2014 alle 00:34

stupenda lirica. piena di amarezza mi e' molto piaciuta marinella

il 25/11/2014 alle 13:19

Veramente bella e molto attuale ,scritta con parole pacate ,un applauso per te clap clap clap

il 01/12/2014 alle 17:11

è passato tanto tempo ma sei sempre bravissimo

il 24/10/2017 alle 12:39