stregata da magica luna
che avviluppa argentea
le sagome scure degli alberi fugaci
ai lati di polverosa strada campagnola,
poso il mio sguardo curioso, illuminato
dall’occhio lucente della macchina in via,
su una giovane donnola che corre ansiosa,
verso un luogo di rifugio.
mi guarda un attimo, dubbiosa se procedere
davanti ad un mostro sconosciuto,
ma l’istinto di tana la invita ad andare
senza temere che ruote nemiche
possano calpestare il suo corpo.
mi fermo
e rispetto il suo passo frettoloso.
richiamati da istinto ancestrale
una famigliola di cinghiali
cammina guardinga annusando il terreno.
maestosa creatura dà inizio
all’insolita processione,
mentre piccoli striati la seguono
sicuri che una madre e un padre guideran i loro passi.
non dubbi, incertezze, timori di un percorso
dallo sconosciuto traguardo,
pensato e voluto per loro,
soltanto è seguire la fonte di vita.
il più piccolino si ferma, mi guarda,
indeciso nell’andare,
forse attratto da nuova avventura,
proiettato nella magia dell’ignoto.
e’ solo un istante, la forza di razza è più forte
e abbassando la testa raggiunge assai svelto il corteo.
ringrazio per tale bellezza e scuola di vita.
su un prato picchiettato da squarci di luce,
avvolti da alone soffuso,
due cerbiatti statuari estasiano il mio sguardo.
sono fermi, i musi vicini, le zampe eleganti
appena toccano il suolo.
rapiti anch’essi dalla magia della luna
innalzano al cielo un canto d’amore.
poi grati alla vita spiccano corsa leggiadra
per perdersi nel buio della notte
e lasciare i miei occhi commossi, rigati di lacrime.