PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 15/09/2014
Posso essere un sistema aperto
ciò non m’impedisce di sentirmi isolato,
atomo fra tanti atomi instabili
pronti ad esplodere
a causa delle loro fissioni mentali
Vittima di un ciclo vitale
che combatte l’entropia emozionale
non conta più ciò che sento
mi basta essere come gli altri ordinano
La mia maschera è un volto nero
puoi disegnarci espressioni con il gesso
l’io non è un problema,
non è un teorema da dimostrare
Eppure conosco il dolore,
avverto pure la solitudine e l’amore
tre grandi incognite da risolvere
per sentirmi finalmente libero,
per non sentirmi da solo
Ho appreso come restare in silenzio
come reprimere ciò che penso,
educato a un sistema indeterminato
dove ogni risultato attende se stesso
Sono stanco di sentirmi perso
e stanco di non essere vero
Voglio essere più d’una coincidenza
voglio un mio campo d’esistenza
l’io non è il problema,
non è il teorema ma la soluzione
Voglio essere di più
e sentirmi finalmente libero
mai più un robot, mai più un sistema
isolato dal mondo
ma forza cosciente nell’universo

.A.G.
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.....sono le 00. 17......confesso di essere un po' stanco....rileggerò domani con più attenzione, amico Andrea, però una cosa te la posso riaffermare: tu sei già una forza cosciente dell' universo....; Andrea, ricordati del Monolito....; un abbraccio, r.

il 16/09/2014 alle 00:21

Forza che ce la fai!

il 16/09/2014 alle 09:09

Vedi Andrea è nel sentire tutto il dolore del mondo, la sua solitudine e la relativa fragilità che rende il poeta quello che è, antenna ricettiva emozionale. Si scrive al computer e si diventa espressione di schermo e tastiera, una lavagna nera su cui scrivere ma ci si dimentica che c'è una mente, un pensiero e un cuore dietro a tutto ciò. Preservare l'unicità diventa fondamentale e dovuto in un mondo omologato a criteri prestabiliti , comportamenti standardizzati dove si impara a tacere pur di non essere ma è nel silenzio, nel taciuto la nostra bandiera bianca, la nostra resa come uomini e come poeti. Noi siamo l'urlo del mondo Andrea e il talento della scrittura se talento c'è, deve essere voce di un uomo che si lacera le carni e il cuore per sentirsi vivo. Non NON siamo morti viventi ma esseri vivi e pensanti e LIBERI sopratutto! Ciao caro!

il 16/09/2014 alle 19:34

grazir orm caro, si mi sento già forza cosciente questo testo paradossalmente da altri non voleva essere una proiezione del mio personale stato d'animo quanto più una riflessione generale sul sentirsi davvero scollegati da quel qualcosa che rende tutti uguali a tutti, l'omologazione nell'uomo alle volte è un bisogno, tuttavia credo che anche nella socialità l'individualità debba essere sottolienata questo intendevo esprimere, grazie ti abbraccio, andrea^^

il 16/09/2014 alle 23:43

speriamo ce la facciano in molti mauri, ciao, andrea

il 16/09/2014 alle 23:44

più concorde col mio pensare non potevi esprimere in altro modo, un abbraccione, andrea, grazie cara rosi

il 16/09/2014 alle 23:45

Condivido perfettamente il tuo modo di espressione e di pensiero. Complimenti!

il 17/09/2014 alle 07:41

Stesura tecnica di un tema all'avanguardia con profonda immedesimazione nel soggetto che parla in prima persona. Testo riuscito. Un saluto Fabio.

il 17/09/2014 alle 19:03

grazie ioria, grazie davvero, ciao, andrea^^

il 18/09/2014 alle 18:34

ti ringrazio caro fabio delle tue parole, all'avanguardia mi lusinga, ma apprezzo , un abbraccio, andrea

il 18/09/2014 alle 18:35