Incanta lacrime il dolore a coppa
immenso cielo versante d’ostia
irrompe cavo nella memoria colta
trapassa ferite dall’innocente cuore.
partorisce fiori il solco nel livore
inferno steso a intimidire il sole
fragile ossessione d’anima amorfa.
solleva il cranio in liturgie assenti
angoscia, cattedrale disadorna
strappando ali alle vedove devote
affrancate scucite nell’amara sorte.
rifiuta il morire l’eterno alare
con esso grave l’ incontro con l’amore
eternità, derubato dio dall’infinito sole
sperduto porto di sospiri eterni.
in fieri lacrima ascende il limite
morente legno di chiodo scolpito
annoda a pelle l’ intreccio ordito.
il nulla soffoca avendo ignoto il volto
alba inquieta di Cristo issato al petto.