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Pubblicata il 05/09/2014
E’ dalla violenza sull’innocente il tonante
schiaffo che trattiene il carnale affranto
pianto d’infantile tempio lacero di scempio.
chiusi un attimo gli occhi all’ascolto
temendo fosse voragine d’incredulo scorcio
ma si insinuò in me esalato il commiato
il dolore negato fino a farne un orco
come a rapire i colori della morte al fiato
e la corda di un Golgota scolpito eco
e fu tutto d’un sorso che bevvi l’albore
carne viva immanente altrove
col reflusso melmoso di un aborto
d’amore in strana forma nel vivere cavo
a piedi scalzi nel sole con il nero in seno
strinsi l’innocenza al grembo, il figlio al credo
nell’essere altera carezza d’angusto cielo
e risalii l’anima fino all’invisibile cima
la via gremita d’universo a china.
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Visione di un universo descritto in modo stupendo! Complimenti sentiti! Sir Morris

il 05/09/2014 alle 21:05

il tuo scrivere...sa trasmettere emozioni,sempre Marinella

il 06/09/2014 alle 13:43

Molto bella.

il 06/09/2014 alle 19:08

Signor Maurizio grazie! Signora Marinella gentile ad aver lasciato traccia di lettura e gradimento, grazie! Signor/signora Tashunkauitko grazie del gradimento!

il 07/09/2014 alle 14:28