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Pubblicata il 28/06/2014
“Sognare le terre dell’Ovest”
mi ha detto un bimbo sottile,
gli occhi erano accesi di luce verde
e i capelli brillavano di giallo variegato,
dov’è il tuo oro,
bimbo che canti la litania
dei cavalli lanciati al vento
e della fanciulla randagia
che raccoglieva mucchi di erba
per costruire la tana?

“Sì, forse non mi capisci
eppure quel giorno
hai raccolto il fiore
della donna di città
che ha spento il tuo fuoco
e ti ha rammentato che amare
non è una parola,
sì, io sogno le terre dell’Ovest
i cani mi vengono dietro
e li lancio nella prateria,
i falò erano accesi
e uomini affaticati
alla sera mi narravano storie
di amori perduti
e la chitarra diffondeva
note languide e melanconiche,
le loro donne sorridevano
e deponevano una carezza sottile
sui volti carichi,
sembravano esclamare:
”Non ascoltarli più di un attimo,
ospite inatteso,
noi siamo qui da un anno o da un’eternità
è forse la sera
o la mestizia di secoli tramandati,
domani sorrideranno al ricordo
e si lanceranno sui bianchi cavalli,
è forse per stornare tale ebbrezza.”
sì, giovane vecchio cantore
queste cose non puoi saperle
ma alla sera le donne
arrestavano quei duri canti
e ballavano frenetiche
e gli uomini e le chitarre cambiavano ritmo,
le danze sapevano di amori ancestrali
di quei selvaggi
che dietro una siepe
si rivelavano le loro prime intimità
e soffiavano carezze sui timidi corpi,
poi un sorriso
e un lieve avvertimento
”È ora di spegner i fuochi,
l’alba può essere vicina
e i cavalli non possono essere trattenuti da balli o chitarre,
alzarsi può essere poco allettante
quando il canto, il ballo, la nostalgia
hanno soppresso il sonno.”
poco dopo solo io rimanevo a riscaldarmi
rannicchiato accanto a un falò
e a riprendere con voce sommessa i canti impressi,
ecco, son proprio loro i cavalli lanciati al vento
e mille sono le fanciulle randagie
che spargono fiori sul terreno,
ora vorrei tornare laggiù
a volte mi sorprendo nel piangere
e nell’accarezzare un sogno lontano,
vorrei proprio trovare un cavallo
per poter nelle verdi terre dell’Ovest
muovere la chitarra
e danzare al ritmo del suono selvaggio
o ascoltare le nenie raccolte,
tu puoi, cantore solitario,
accogliere la mia nostalgia
e riportarmi con le tue note nel mio sogno.

”Sognare le terre dell’Ovest”
non sapevi cosa fosse
è proprio un sogno
un dolce volo
l’isola perduta,
tu canta con me
e prendimi per mano
vedrai che le lacrime potranno arrestarsi,
un giorno ti troverai a cantare in un angolo sperduto
e chiamerai un bimbo
racconterai questa storia
e allora anche lui vorrà sognare,
con la tua chitarra lo condurrai nelle terre dell’Ovest
e io vi offrirò uno squisito pranzo.”

ed è volato via
le mie mani si pongono sulle corde
cammino con passi lesti
ci sarà qualcuno che vorrà ascoltarmi dietro l’angolo
e non posso farlo attendere.
chi vuole con me sollevare
un canto di sogno
e apprestarsi al viaggio?

”Sognare le terre dell’Ovest”
forse non sapete cosa sia,
fermatevi allora ad ascoltare
le note di questa canzone,
le praterie sono a un passo.
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bella bella, l'ho riletta una seconda volta per sentirla meglio...incontro fra poesia e canzone con una forza imaginifica straoprdinaria caro Ignazio...dei passaggi molto belli, per intensità e e profondità, mi hai ricordato i Ritratti di Guccini e la forza che li contraddistingue...sai dal titolo pensavo a un testo sulla frontiera, il mito americano, in realtà vai oltre questa simbolica immagine e narri una storia quasi senza tempo...i canti indiani, le forze ancestrali...il cantore che riporta e porta la vita e il messaggio della vita...grande...ti abbraccio ignazio, buona estate, andrea^^ e ancora complimenti...

il 30/06/2014 alle 17:56

Stupende immagini ci hai donato.Grazie Aedo

il 01/07/2014 alle 01:18

Grazie per le tue belle parole, Elisa! Le ho gradite molto! Ciao

il 01/07/2014 alle 17:10

I tuoi commenti, caro Andrea, hanno il potere di emozionarmi. Hai la capacità di entrare dentro il cuore del testo. Sai, da tempo non ho più ispirazione e allora ho voluto pubblicare una delle mie migliori poesie di qualche tempo fa. Hai perfettamente ragione: il Cantore, cioè io, cerca di narrare storie fantasiose, in modo da rivivere l'epopea del vero amore e dei sentimenti perduti. Auguro una buona estate anche a te e ti abbraccio

il 01/07/2014 alle 17:20

Ho fermato il tempo sulle terre dell' OVEST. Ho gustato le sue caratteristiche accompagnata da una dolce musica , Ho vissuto uno splendido momento.. Grazie aedo

il 02/07/2014 alle 13:10

Immagini straordinarie di momenti di vita ormai perduti.Rimangono però i sogni che hai generato con questa meravigliosa poesia e che ci trasportano in un mondo ideale nel quale vorremmo vivere.Cosa posso scrivere se non BRAVISSIMO!!!Ciao amico.

il 15/07/2014 alle 22:23

Sono contento, Maria Rosa, di incontrarti di nuovo nel sito. Le tue parole bellissime mi cullano nel sogno delle fantastiche terre dell'Ovest. Grazie per la tua costante presenza. Ciao

il 15/07/2014 alle 22:26

una dolce ballata che profuma di vento

il 25/08/2014 alle 01:36

Ho gradito molto il tuo commento, ladyluna. Ciao

il 26/08/2014 alle 16:29

Elevato lirismo con sottofondo di musica che solo chi è abituato può sentire e oggi la sentiranno tutti, anche colui al quale è dedicata.

il 30/08/2014 alle 17:24

Grazie, Ugo, per il tuo commento così profondo e appropriato. Buona domenica.

il 31/08/2014 alle 09:05