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Pubblicata il 27/05/2014
Arcobaleni di cortecce bagnate dal sole
ricordano la mano colma di un Cristo solo
graffianti fragilità franate sulle rovine
cullanti malinconie innocenti di secoli
nudità d’anime in fiore sul finire del canto.
dormiente lega, carnale dolcezza cara
oasi di tenerezza in silenziosa guerra
smarrita la pastosità delle comunioni ricolme
fili intrecciati a sollievo di fragilità urlanti.
nudo il tempo è in lacrime, ultima dignità
al limite d'essere scheggia d'intime ossa
malato violento verbo, smembrata lingua
ingrato incontro di ritorno all’idea eterna
di una poesia morente lungo la riva.
piove il dolore smarrito in fondo al cuore
bagna orme di solitudine d’anelito infinito.
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Vi è un distacco quasi religioso in quel luogo; l'ineguatezza ed il frastuono della vita che si dipanano fuori, svanisce in quello scenario stupendo. Bellezza stilistica e sensibilità per dare il giusto valore ad un angolo prezioso e, credo, ad allo stato d'animo che ne crea. Molto gradevole. Arlette

il 27/05/2014 alle 12:56

l'ho trovata leggermente disconnessa, nel senso tante immagini, sensazioni, che però sono sfuggenti, non mi lasciano una precsa percezione, può darsi che sia io e non il tuo testo cara rosi...il giardino della Ninfa si compone di immagini pervase da religiosità infrante, cupamente umanizzate e tuttavia allucinate...mi piace come le hai rese, ma comunque non connesse a mio avviso...specie il passaggio, verso la fine "nudo il tempo in lacrime" non comprendo il legame dei versi succesivi con i precedenti...non me ne volere cara rosi, magari dopo un tuo commento di risposta ricevo l'illuminazione, come per il TO...ti abbraccio, andrea,

il 28/05/2014 alle 15:52