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Pubblicata il 24/05/2014
Si mia cara, anch'io credo di avere capito,
e forse avrei gradito maggiormente che fosse differente,
che la voglia anche solo l'interesse di dirsi fosse sopravvissuto
naufrago tra i flutti di ogni giorno
anche se fosse solo un rottame
informe e sconclusionato, ma galleggiante..
ma è differente,
poco e difficilmente qualcosa o qualcuno
si salva dalla burrasca che tutto ricopre e annega,
ma nulla e dico nulla neanche il bastimento più muinito ed efficiente
ne lo scafo più veloce e perfetto
può nulla contro la bonaccia che fiacca le vele e non porta in alcun luogo,
solo uno stare di tutto e di tutti,
fermi in un orizzonte che non arriva
ed in un tempo che non matura
solo sole mare cielo e questa voglia sudata di essere
di continuare ad essere
con l'acqua che comincia a invecchiare nelle botti,
il cibo che deve essere razionato per bastare,
e gli occhi feriti da una luce inutilmente accecante e vivida
nello sciabordio incessante
che diventa dopo tempo esso stesso silenzio madido di attesa.
noi simo qui in questa finta bonaccia
con le vele spente e gli occhi volti,
e un tempo che non lo è più,
ad attendere un refolo, un filo di qualcosa
che ci faccia percepire ancora il significato d'essere qui
in questo mare in questo cielo,
in questo tempo in questo azzurro ch'era d'amore.
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dalla profondita del mare alla profondita' dell'anima ,un applauso per te clap clap clap salutone e ottima domenica

il 24/05/2014 alle 11:12

Un dialogo con la vita, un dialogo con se stessi teso ad affermare il bisogno di esserci, di raccontarci a noi stessi e agli altri in questo mare apparentemente calmo che è la vita. Immensa. Anna

il 24/05/2014 alle 13:53

È tangibile quel silenzio. Quando si arriva ad impantanarsi in quella bonaccia è dura, molto più dura che combattere contro tutti i venti coalizzati. Un'inerte battaglia che coinvolge entrambe le fazioni, senza neppure un tentativo di reazione. La peggiore che possa capitare. Arlette

il 24/05/2014 alle 15:13

...la peggior cosa che possa capitare.

il 24/05/2014 alle 15:14

Le profondità, Paolo, del mare e dell'anima, ed il temtativo di scandagliarle per comprendere per dare un volto a quel timore ancestrale che entrambe evocano.... grazie per le tue parole, Sergio

il 27/05/2014 alle 05:50

UN accontentarsi, Anna , anche di un rottame purchè sia speranza, un misurarsi con la tempesta, a cui qualcuno scampa, ed alla calma piatta, di cui invece tutti restano avvolti...grazie per il tuo commento, sergio

il 27/05/2014 alle 05:53

Atlette, hai colto appieno il mood ( per dirla in musichese) di questi versi, le insidie della bonaccia sono ahimè più infide e longeve della peggiore tempesta che eista.. grazie, sergio

il 27/05/2014 alle 05:55

...""noi siamo qu,i in questa finta bonaccia con le vele spente e gli occhi volti, e un tempo che non lo è più, ad attendere un refolo, un filo di qualcosa che ci faccia percepire ancora il significato d'essere qui in questo mare in questo cielo, in questo tempo in questo azzurro ch'era d'amore... Che bello averti letto quest'oggi Sergio, non abbandonare mai la speranza, tornerai a sognare e navigare in orizzonti spaziosi!. Ciao! Dora

il 29/05/2014 alle 11:28

Vivere con la speranza a finco ma non di sola speranza, Grazie Dora per la lettura e per il gradito commento, sergio

il 30/05/2014 alle 06:09

Bella conversazione, anima- mare. Bravissimo

il 20/06/2014 alle 12:58

Rinnovo i ringraziamenti per le tue parole, Elisa*

il 21/06/2014 alle 05:59

me l'ero persa, la nuova che hai pubblicato dati gli ovvi richiami mi ha spinto a leggerla...di mare, un mare che ingloba tutto e le sciocchezze forse gli sguardi o gli unitili tentativi di mutare qulcosa di incntrollabile, pechè già stato...la descrizione di tutto è un immedesimarsi travolgente, catartico per alcuni...tu il mare lo trasfrmi sempre davvero in qualcosa che solo le poesie possono dire...complimenti sergio...andrea(ora passo all'altra, Inverno...)

il 27/06/2014 alle 22:48

Il mare, Andrea, percorrerlo e mai conoscerlo, le tempeste le bonacce, i vascelli e gli atolli... Un adagio che ho udico qualche giorno fa e che ne ha la summa....Certo il bastimento è più sicuro nel protetto della rada del porto, ma quel bastimento non è stato fatto per restare a riva di quell'approdo... Così come i sentimenti e le sensazioni bello sarebbe misurarli, centellinarli, ordinarli e in fine a goccee beerne, alla bisogna come un elsir un rimedio, ma non sarebbero emozioni e moti d'anima che per librarsi devono essere liberi e a repentaglio...Grazie per il tuo commento, sergio

il 01/07/2014 alle 13:43