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Pubblicata il 14/05/2014
Nel doloroso respiro di un giorno,
ti voglio in quel modo sbagliato,
allora dimmi tu come devo.

ma forse è tutto così semplice:
io so che esisti,
tu sai che ci sono.

in ogni scatto della lancetta lunga dell’orologio,
sdolcinato uncino.

e ridiamoci su insieme.

quando,
nelle sere di pioggia,
rimane solo ciò che ci circonda.

e qualcosa che hai dentro,
a volte,
preferisci che non esistesse.

so che è il casino più grosso
nel quale mi sono messa.

dove sei ancorato ora,
mentre mi perdo in questo rock alcolico?

"Tutto” saprei dartelo anche io,
la mia aura luccicante potrebbe illuminarti.

così non ridere se ti dico
che questa è un’altra notte di attesa,
incredula mia visione.
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Non c'e' un modo sbagliato di volere, la passione non ha la razionalità della ragione, se così non fosse non saremmo dei cuori al largo di sentimenti, ma menti progionere di griglie. IL tutto che dici è la misura ineluttabile del coinvolgomento che noin ha regola e nemmeno confini, purtroppo però al tutto nulla fa mai eco abbastanza....Ritrovo in questi versi la tua cifra stilistica che conferisce allo scritto una immediatezza di lettura che non va a discapito dei temi e della coivolgente profondità del tuo narrare, sempre intimo scandagli dell'anima. complimenti sergio

il 15/05/2014 alle 05:55

Per zorzoz: "la passione non ha la razionalità della ragione": è vero, sono pienamente d'accordo. A volte, però, si nasce per vivere un certo rapporto con certe persone e nulla si può contro tale destino. Ad ogni modo, queste mie parole vanno prese come le note di un "rock alcolico". Grazie per il tuo prezioso commento. Per Cosimo: "lo sbaglio è tale nella misura in cui ci allontani da noi stessi", è così anche secondo me. E aggiungerei che l'umano è a volte (spesso? Sempre?) meglio del divino. Grazie per il tuo commento suggestivo. Alessia

il 15/05/2014 alle 20:32

Sono d'accordo in parte con l'ineluttabilità del destino di un rapporto, io sono convinto che dietro quello che sommariamente viene tacciato come destino ci siano meccanismi e propensioni retaggi consci ed inconsci ancorchè sconosciuti ma non inconoscibili. A parer mio è darsi una sommaria spiegazione quando si invoca il destino come causa.....Le parole vanno prese come tali che siano rock o blues, sono sempre vergate da una mano e dettate da un cuore....sergio

il 16/05/2014 alle 06:21

Sergio, credo che potrebbe nascere un dibattito infinito sulla percentuale di influenza del destino su ciascun rapporto umano (d'affetto, d'amore, di amicizia, di lavoro ecc...). Ho sempre preferito la poesia alla filosofia, ma sono contenta quando le mie parole offrono spunti di riflessione. Non mi soffermo sulla particolare situazione che può aver scaturito questi versi (non credo che abbia senso), ma rimango dell'idea che alcune persone non sono "fatte" per sviluppare un certo tipo di rapporto tra loro; si nasce con un nome, si muore con lo stesso, dunque certi legami a volte esistono, ma non si desiderano, altri si vorrebbero, ma non possono essere. Mi capita di credere che ci sia un fattore esistente fin prima della nascita che ci induce a scegliere con chi dobbiamo avere un contatto (e quindi anche il genere di contatto) che si sperimenta poi durante la vita...Beh, non so se ciò possa avere un fondamento, ma partendo da questo presupposto, allora chiamarla scelta inconscia o karma o destino, il senso non cambia molto. In pillole cosa penso, ma se dovessi essere più chiara, credo che esaurirei di gran lunga lo spazio per un commento. Un saluto. Alessia

il 16/05/2014 alle 15:01

...picevolissimo testo e profondi ed intelligenti commenti Gabriela.

il 12/12/2021 alle 20:38