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Pubblicata il 28/03/2014
E’ morente nell’apparir il buio in vita
trafitto cielo d’oblio tonante
fiamma timida, vuoto suo distante
con lingue ferme a indicar la fame
che sventra l’animo nell’ora del falso niente.
l’attimo si rilassa nel dire io c’ero
e quel che resta roteando nella testa
è giostra d’istanti smarriti in tal tempesta
appoggiando il petto al mondo del bambino.
la vita è tenerezza dalla tomba al grembo
nell’amore il dolore è sempre troppo vicino
vivente paradosso a colmo del suo tempo
madre cinta dall’essere cimelio infetto
rinato morto sul grande suo cuscino.
un fiore all’innocenza è tutto quel che resta
brivido nell’esser sempre a te vicino
in piedi a stringere il tuo addio eterno.
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Il buio si è appropriato della tua penna ed ha descritto una vivente apparizione. Bravissima! Sir Morris ti ringrazia e ti abbraccia.

il 28/03/2014 alle 08:06

L'inizio non mi entusiasma molto, ha un sapore di testo antico, che solitamente non mi dispiace più di tanto, ma qui non so mi par stonare un po'....passato il 4 verso comunque è tutta una discesa in un Ade meraviglioso sino ai tre versi finali che come le fauci di Cerbero spezza e lacera l'animo ma invece del dolore lo porta in un'estasi, forse un'estasi del dolore, che francamente amo alla follia, desolazione ed affermazione....è stato come andare in bici su una discesa, finche sei fermo, all'inizio, non senti molto, poi più la percorri più il brivido della velocità e del vento ti prendono ed invadono, fino alla ripresa del piano alla fine dove ancora sei trasportato dalle oscurità di quel buio che par morire e invece ribolle e ti apre gli occhi al sole che tramonta.....scusa ma mi hai rpeso davvero, ti abbraccio, andrea

il 28/03/2014 alle 16:22

Grazie Sir!

il 01/04/2014 alle 02:06

Andrea il tuo commento ora giace ai piedi della poesia! Grazie!

il 01/04/2014 alle 02:06