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Pubblicata il 14/03/2014
Nei buchi delle tasche
l'acuto odore
di miglio e granaglie
e l'accordo nella gola
di mille accenti modulati
sugli svolazzi
e i tremuli frulli
di garruli passeri
che viravano stretti
nei freddi mattini
su rotte marziane.

gli ultimi inverni
disciolti in attesa
in romiti sconsacrati
tra le notti senza sogni
e i giorni senza orario
dei deposti dal calvario
di una vita consumata.

sul cancello raggelasti
al turno delle sei
quel piaggista intimorito
finchè anche la tua moto
s'arrestò ansimando
nel gelo di una notte
coccolato dalla civetta.

primo tra gli ultimi
libero nell'ultimo volo,
pronto al richiamo dell'Eterno.

[La Ciucchina (questo era il suo soprannome) era un fischiatore. Passò tutte le mattine della sua vita assieme ai cacciatori della Valdera a fare il richiamo. Con l'andatura dondolante e il procedere schivo, la barba incolta, poteva incutere timore ma non aveva mai fatto male a nessuno, anzi era d'animo gentile e servizievole. Per non nuocere a nessuno, nel periodo della 1a guerra mondiale disertò sui Monti pisani. A guerra finita tornò alla chetichella a Pontedera, non aveva più casa e la gente lo scansava. Prese a vivere nei cimiteri, in una fredda cappella del camposanto sconsacrato, ed a mangiare quello che gli portavano i cacciatori, e lì ha finito i suoi giorni, tra cacciate, fischi e richiami di quaglie e civette, freddo e solitudine, morti e sepolture. Ma era libero, l'aveva scelto].
dal Tirreno, 2/1/98
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Peccato che non può confermare la tua opinione di libertà, ma di sicuro fu una scelta! un bel racconto. un saluto eclisse.

il 15/03/2014 alle 00:48