Chi può eguagliarti,
chi assomiglia a te?
A Te che sei la soglia
del mio cielo aperto
e ne eserciti la signoria
chi può sottrarsi
alla Tua veloce corsa?
La sera stai alta
sulla retta di Orione
e ne riempi i confini
e sul cancello riponi
il Tuo sorriso celiato,
come quello di ladra
che conosce nel profondo
i serràmi dell'amore.
Le notti di marzo
depongono sulle Tue
tempie riccioline
irti cristalli d'acquamarina
e la tumida terra calza,
come un sandalo,
il piede Tuo snello.
E resta comunque l'attesa
di una nuova estate alcalina
che risecchi ancora
il bianco alburno
della nostra età fremente.