E' nella ultima stofa, Jul, che si derime il quadro d'assieme di questi tuoi terribili versi, quella inutile inesistenza ha echi drammatici, una considerazione che sprofonda nelle ultime due righe terribili come ha ben detto Vitale, quella lascivia, è il peccato a cui nostro malgrado dobbiamo far fronte con il semplice ed unico mezzo che abbiamo a disposizione, la ragion critica...un plauso inesausto sergio
lo spettro della solitudine che si fa corpo dell'uomo...anche la speranza di un incontro, di una presenza è vanificata...il faro è spento, nella nebbia nel torpore, nel buio siamo in attesa di venir travolti dalla tempesta della vita e dal silenzio della notte....complimenti mi è davvero piaciuta...brava giulia, ciao, un abbraccione, andrea
Occorrono ottimismo infinito ed entusiasmo infantile per tentare di riaccendere il faro...
Azzeccatissimo il paragone con il faro spento. Geniale. Vengono i brividi a leggerti, e sai perché? Perché quel che scrivi corrisponde a verità, altrimenti sarebbe solo una fantasia... E' una visione molto reale invece. Complimenti. Sei "graffiante".