Un serpente di luci
si snoda lesto
nelle viuzze sinuose
del paese sonnacchioso
sulle sponde d'Oltre Pò.
Sghigniazzando si sofferma
sulla soglia dell'emporio
sulle gale incolori
d'arlecchini strampalati.
Corre e mugge l'uragano
di schiamazzi strombettati
e linguette irriverenti
nello strùscio di cartocci
smunti d'olio e di cecìne.
Passa e scivola sugli stracci
d'una bambola di pezza
tra coriandoli filanti
e su quello che avanza
dalla folla dei baccanti.
Una frotta di ragazzi
trotta svelta, si dipana,
sfuma lesta tra faville
dentro grumi decrescenti
nel tramonto vespertino.
Domani le Ceneri
e lo stormo d'innocenti
si sofferma nella via,
i capretti suggono
le ultime stille
di vita materna
prima del buio.
La prossima luna
sarà Pasqua
una campana già annuncia
il tempo del Risorto.