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Pubblicata il 24/01/2014
nell'alba del primo mattino
quando il cielo non aveva
ancora una bocca
che lo pronunciasse
e le acque fluttuavano
tra banchi di canne
non ancora fascinàte
gli Dei remoti
[si dissetavano]
come montoni
stretti [intorno]
all'abbeveratoio •

ancora oggi
accucciati come cani
si sdraiano là fuori
mentre partorisco
[la mia] generazione
e i miei figli
riempiono il mare
come larve di [pesci] •

le parole che pronuncio
non sono acqua di pozzo
e non tornano indietro •
non sono cancellabili •

e gli Dei remoti
piangono con te •
secche sono le loro labbra
non prendono cibo •
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molto intensa bravo,perche' i puntini neri? ciao

il 24/01/2014 alle 23:03

Paolo: I puntini sono un segno di interruzione del concetto. Fabio: dovrai avere la pazienza di leggerne forse qualcun'altra di questo tipo, mi è presa male! Grazie come sempre per la vostra disponibilità a leggermi. Un caro saluto ad entrambi.

il 25/01/2014 alle 10:01

Molto bella! Bravo Luigi!

il 25/01/2014 alle 13:06

grazie morris

il 25/01/2014 alle 13:07

Tristezza, inadeguatezza al vivere radente l'impotenza a modificare ciò che non è possibile cambiare, un cenno ai figli che vedi dispersi nell'oceano della vita senza guida o rotta... sì tanta dolorosa tristezza. Ciao

il 26/01/2014 alle 03:15