nel silenzio ci accolse l’ampia distesa
fatta da cristallina e fine terra dal sapor
aspro e dal bianco bianco-cinereo aspetto,
fumigante e bruciante sotto i piedi
per il nascente zolfo e gas sulfurei
ultimo e lento a fatica respirar
e quasi agonizzante di quello
un tempo fuoco vivo e tonante.
e lì, come estasiati, ilari, dimentichi
degli affanni del tempo quotidiano
come non ripensar ad altri tempi
a quando ribolliva il magma ardente
al crepitar delle fiamme, ai rumori funesti,
al timor della gente, alle loro ansie
al presagio forse di una cattiva sorte?
e questo poi un tempo avvenne!
altro era di Nisyros l’aspetto….
spenta sotto il fuoco e la grigia cenere
una antica vita: miti pastori,
argonauti, poeti e pensatori.
ricordi, così pensavamo allora
alla caducità del tempo e delle cose.
a distoglierci da questi filosofici pensieri
e dall’errar della mente in altri sogni
ci pensò poi la salita che ci tolse la vista,
fece scoppiare il cuore, ci asciugò
la bocca, ci svuotò i polmoni
ci annebbiò i pensieri fuorché uno:
cercare vivi o morti di risalir la china.
a Graziella abbracciata nei ricordi.