Dove tu m’aspettavi
il ruscello ancor disseta l’orto
e il fringuello disegna le sue zolle
lesto raspando in fra i solchi irrigui.
fiducioso aspetta, come tu facevi,
e non sospende la sua lunga attesa.
e tu m’aspettavi,
ma io, a torto, ero altrove.
È sempre lì la cinta di colline
di quando mi baciavi all’alba,
e sia pur difesa dalla messe
temevi che qualcuno ti vedesse
e col far del giorno dileguavi.
eppure nessuno passava,
né certo guardava
quel solivago schivo col bastone bianco
che fischiava ai merli.
tuttor rivivo il peso dell’addio
di quando, tosto che l’elce liberava l’ombra,
solo mi lasciavi,
segno che il sole risaliva a Dio.
È rimasto com’era il paesaggio,
ma nessuno di te ricorda nulla,
sol io e la mia mente scialba
che non volle comprendere il messaggio
di quella tenera e magica fanciulla
che germogliava e appassiva all’alba.
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