la principessa si alzò di buon mattino quel giorno. Non erano ancora le 7 e già aveva fatto la sua mezz'ora di esercizi in palestra. Dopo la doccia decise che sarebbe andata personalmente a fare la spesa.
era giorno di mercato, e il lungo viale che aveva imboccato era invaso da una nebbiolina leggera.
"Auto ferme la guardavano in silenzio. Vecchi muri proponevano nuovi eroi". Una pagina di un quotidiano, d'accordo con delle foglie colorate, volteggiava a destra e a manca.
camminava con passo svelto, quasi soldatesco, ma aveva l'impressione di essere seguita. Si sentiva osservata.
per un po' fece finta di niente, ma dopo alcune centinaia di metri si girò di scatto.
alle sue spalle se ne stava tomo tomo un pisello.
non era né giovane né vecchio; secco secco e lungo; calvo; due occhietti neri e penetranti. Indossava solo un lungo impermeabile al profumo di fragola che lo ricopriva da capo a piè.
innervosita per il suo comportamento, si irrigidì tutta, e con il petto in fuori lo fissò accigliata per qualche secondo e poi gli chiese, con tono principesco: "E tu chi cazzo sei?"
"Sono un pisello, mia principessa." rispose intimidito il pisello.
"E, di grazia, perchè mi stai appiccicato al culo come una carta moschicida?"
"Mi hanno detto che voi dovete stare su di me, mia principessa" ribattè il pisello con evidente imbarazzo.
"E a fare cosa di grazia?" - con le guance che pian piano diventavano paonazze dal nervosismo - “cosa cazzo potrebbe mai fare una principessa come me su un pisello come te?” - ora era rubiconda.
e il pisello timorosamente: "Non lo so, ma così dicono, i grandi e i piccoli pensatori, mia principessa".
la principessa rimase un attimo a riflettere e sentenziò: "vabbuò, allora se gli intellettuali si esprimono in tal senso... salgo".
si aggrappò e salì fino in cima, si accomodò, si sistemò e iniziò a guardare il panorama.
poi guardò il pisello... poi il panorama... il pisello e il panorama.... il pisello...
ed esclamò: “ehhhh”
intanto il pisello da sotto guardava la principessa e guardava la principessa e guardava...
a un certo punto esclamò: “ma che ehhh.... mmmmmm.... aaaahhhh”
e vissero felici e contenti!
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