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Pubblicata il 24/11/2013
Si destò nel sole. .gli ultimi bagliori.. forse.. Dalla finestra della clinica i suoi raggi brillavano tra i tigli, si rifrangevano sulle foglie ancora bagnate di rugiada. Guardò tristemente...
allora disperazione e dolore s'abbracciarono come un unico sentimento, in quell'aria senza vento, nel silenzio del mattino. S'era avverato quanto era stato oggetto delle sue paure, tutti quei sogni che vanno e vengono erano finiti, ora la realtà premeva sui sogni, quando arriva è ancora pallida poi diventa grigia con sfumature che s'incupiscono. Il sole era troppo forte e lei era così debole, dopo tanti giorni consumati nel dolore .Un dolore sordo, iniziato come una morsa. .ora le attanagliava anche il respiro.. Si coprì il volto con le mani e stette a pensare con rimpianto al passato e timidamente ad un futuro senza più desideri o speranze. S i mise a ricordare i migliori momenti della sua esistenza, ma ora le apparivano diversi , a pensarci. .ora il dolore li trasformava tutti, eccettuati quelli della sua fanciullezza. Quando era bambina, pensò, c'era veramente qualcosa da meritare d'essere vissuta, se si potesse tornare indietro...Ma lei , nei suoi pensieri non esisteva più, era un'altra persona. Più s'allontanava dalla fanciullezza e s'avvicinava al presente, sempre più dubbie apparivano le gioie passate. Cosa rimaneva della scuola , degli amici, del matrimonio, del lavoro , del danaro ? Nulla, semplicemente niente.. Il suo pensiero procedeva così, come quando scali la vetta e arrivi in cima alla montagna..e da lassù guardi verso la valle e pian piano ridiscendi la china...e la vita passo passo va via.. una discesa che divora il vissuto, forse un vissuto sbagliato.. ma dove..in che punto la vita le era sfuggita di mano.. eppure lei vuole vivere, desidera vivere..S' accorse che qualcosa le sfuggiva .Il solito enigma della vita e la morte , che non riesciva a spiegare perchè le sembrava assurdo .Ma allora perchè la sofferenza, perchè il dolore. .vivere? vorrebbe ma non così dove il dolore sembra una punizione…..Da giorni il pensiero è sempre lo stesso..non cambia , è monotono, è forse questo morire? Ancora il pensiero va alla sua fanciullezza, tanto più ricordava tanto più c'era vita..poi scivolava nuovamente verso un punto nero della mente, sempre più nero e sempre più vicino. Voleva ribellarsi, ma non era possibile, con gli occhi fissava..era costretta a fissare ciò che era davanti ad essi..il soffitto..e aspettava la terribile caduta. Intanto mancavano poche ore all'ingresso in quella sala, i tristi pensieri si facevano di ora in ora sempre più neri, mentre tutti cercavano di darle conforto e speranza.Ma il suo sguardo si posava su di loro e le parole rimanevano chiuse in gola..Nessuno le stava più a cuore neppure loro, i figli, un tempo adorati.Ogni gesto dei parenti e del medico ogni loro parola,le suonavano come una conferma di quella verità che ormai si era rivelata apertamente.. la morte era vicina, vicinissima. In costoro vedeva se stessa ed il terribile enorme inganno che nascondeva la vita e la morte. Ne era sempre più consapevole e ciò le duplicava le sofferenze fisiche. Venne in mattinata un sacerdote, e lei si confessò.Sentì subito un senso di dolcezza, come allegerita dai sui dubbi e quindi dal suo patire.Si comunicò con le lacrime agli occhi.Tutto ciò che l' aveva straziata, svaniva in un attimo..anche il dolore svanì.Capì che non era finita..si svegliò all'alba.. era l'alba del primo miracolo..
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Molto bella e profonda nel suo significato questa tua amabile prosa cara ninetta...in effetti sono questi i momenti in cui realizziamo davvero cosa abbiamo e siamo stati, o non...è proprio giusto il titolo il primo miracolo....davvero, posso solo complimentarmi per tutto, ti abbraccio, andrea.

il 24/11/2013 alle 15:55