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Pubblicata il 08/11/2013
Abitava l'ultima casa del villaggio
i muri le parlavano di solitudine.
ammalata, era pazzamente ammalata

la chiamavano la birbona.
il suo compagno la batteva ogni giorno.
il corpo contuso, la mano tremante.
finito per sempre. I giudici l'avevano assolto.

la musica zigana.
bella, stizzosa, sopportando
gli sguardi malevoli, gli insulti,
danzava, la musica zigana

le persiane socchiuse, gli uomini,
la vedevano fremere, il respiro ansante
non osando mai bussare alla sua porta amorosa

la birbona era bella e fiera, ma
la birbona era ammalata.
pazzamente ammalata.
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Ricambio la tua cortese visita: "Molto ben scritta, caro Silvio!

il 08/11/2013 alle 20:15

Mi ha commosso,

il 08/11/2013 alle 21:07

tu parli al passato ma sai che si potrebbe tranquillamente parlare al presente di questa figura.infatti ne'e'piena la cronaca di certe miserie,bravo marinella

il 09/11/2013 alle 10:57

e triste molto,

il 09/11/2013 alle 12:46

Mi è piaciuta molto!La figura di una donna "maledetta" generosa e folle! Vittima vera di vita!

il 09/11/2013 alle 17:03

Molto apprezzata eclisse.

il 10/11/2013 alle 16:55

immensa nel significato,un salutone

il 10/11/2013 alle 20:52

la chiamavano la Birbona. Il solo appellativo racchiude la triste realtà della vita che fa delle vittime i colpevoli.

il 11/11/2013 alle 03:14