PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 20/10/2013
Una calda agostana afosa sera
va il ricordo alla Milano antica
del dopoguerra da poco ritornata
a nuova vita speranze illusioni
tante, non più bombe, morti, ferite,
scorrere di sangue, persone da paure
affrante, ruberie, vendette personali,
fame, delazioni vili: il tutto cancellato.
così oggi nel caldo buio il pensier
corre trema la mano l’occhio inumidito
allo spiazzo di un prato punteggiato
da giallo di legno povere baracche
a quella lì di fronte la vecchia casa
di ringhiera dai lunghi ballatoi,
bambino dai corti calzoni mi rivedo
in veloce corsa in competizione
a porte bussare le domeniche mattino
a chi prima facesse con un omone
al primo impatto dal poco simpatico
aspetto: quale la posta nostra il traguardo?
vender speranzosi speranza più che pia
io porgendo dei preti l’Italia e il Vittorioso
l’omaccion sì quello l’Unità del Partito suo.
quanti insulti grida vocianti aspre parole
da gente giunta alla fine di una dura
faticosa settimana stanca o peggio ancor
nel sonno addormentata tanto ancora.
tra noi dopo screzi baruffe minacciate
zuffe alla seconda domenica d’agone
diventato così gioco una amicizia nacque.
una domenica mi trovai poi ricordo solo
detto mi fu è stato lontano pare trasferito.
di lui più nulla da allora niente ho più saputo
oggi a più di anni sessanta l’Italia e il Vittorioso
son spariti in edicola l’Unità esiste ancora
io qui in terra vecchio lui là certo in Cielo
una copia afferrar par lesto gioioso bruciandomi
sul tempo per venderla vincendo in Paradiso.
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L'Unità esiste, l'idea comunista non è più raccolta dalla gente ..

il 20/10/2013 alle 20:37

Guperaz, saluti e buona serata. ggc

il 20/10/2013 alle 20:52

Interessante storiella... bravo Rustico!

il 20/10/2013 alle 21:01